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  • Categoria: Recensioni
  • Scritto da Gianluca

Luchè - Malammore (recensione)

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Valutazione attuale: 5 / 5

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La storia di “Malammore”, nuovo album di Luchè, parte da molto molto lontano; inizia tutto a Marianella, quartiere della periferia napoletana, dove assieme a lui cresce anche un futuro pilastro della scena rap italiana, quell’Antonio Riccardi (Ntò) con cui decide di formare i Co’Sang. L’evoluzione di Luchè è da sempre costante ed inesorabile, probabilmente è il rapper italiano con la visione più chiara di cosa vuol dire fare business, prima ancora che musica, nel 2016: dal trasferimento in una realtà diametralmente opposta come Londra al creare un proprio brand, trasformando completamente quella che era la sua immagine dopo lo scioglimento dei Co’Sang. Questo nuovo disco rappresenta assolutamente il lavoro più fresco ed interessante dell’intero 2016, un’evoluzione di cui tutta la scena rap sentiva il bisogno. Andiamolo ad analizzare nel dettaglio!
 
“La mia città aveva bisogno di un leader, morti Pino e Massimo chi ha più cose da dire? Se l’industria non mi vuole, trovo strade alternative, ho una missione: fare milioni di soldi, euro/pound/sterline”
 
L’intro “Violento” esplica perfettamente il legame del rapper partenopeo con la sua città, il rapporto estremamente difficile con le major (argomento ripreso anche successivamente in “Per la mia città”, dove sogna di entrare ruttando negli uffici di una major). Da non sottovalutare l’ultimo elemento, fare soldi, fare la storia, che spiega la fame di un uomo cresciuto con il nulla in mano, che ora vuole prendersi tutto.
 
“Cercare soldi nella giacca di mio padre, ma trovare solo due biglietti della lotteria, siamo estremi, ma non conta, ciò che abbiamo è solo ora, siamo solo dei ragazzi di periferia”
 
Questo breve frame di “Quando non ero nessuno” ci lascia intravedere le difficoltà di una realtà complessa, si rivede perfettamente l’immagine di Marianella, il detonatore della rabbia che trasforma il piccolo Luca nel rapper Luchè. Da queste poche rime è più semplice capire l’uomo che c’è dietro al rapper, le difficoltà per uscire da un luogo che ti marchia a vita, ma oggi Luca ce l’ha fatta.
 
“La mia ex ha sempre detto sei troppo lunatico, menomale che ho sempre usato il profilattico, Sottovalutato per anni, ma mai tra i perdenti sapersi muovere in una stanza di serpenti”
 
Per anni, in particolare nel periodo Co’Sang, Luchè spesso è stato messo in secondo piano, quasi come se fosse considerato il punto debole del fortunato duo napoletano. In particolare dopo lo scioglimento del gruppo, ingiustamente imputato alla responsabilità di Luca, è stato costretto per diverso tempo a “sanguinare” per le offese dei vecchi fan (che hanno condizionato enormemente la diffusione di “L1”). Con gli anni, Luchè è riuscito a riprendersi quello spazio che gli spetta, grazie anche alla fiducia riposta in lui dall’amico Marracash e da Roccia Music. Luca è riuscito a ricostruirsi un suo piccolo team, da D-Ross a Da Blonde, e i frutti di questo lavoro si fanno finalmente vedere con “Malammore”.

Per quanto riguarda i featuring, troviamo pochissimi contributi ad accompagnare il genio di Marianella: Guè Pequeno (che fa un vero e proprio endorsement a quelli che furono i Co’Sang, è nota da anni la stima del rapper milanese per Luchè e Ntò), CoCo, Da Blonde e Baby K.

In conclusione, la “trasformazione” di Luchè meriterebbe molto più spazio (e chissà che in futuro non ci sia spazio per un’iniziativa del genere), in particolare sarebbe molto bello raccontare come il rapper napoletano sia diventato un vero e proprio business man. Per quanto riguarda il disco, questo si presenta come uno dei lavori più interessanti di questa fortunatissima annata, il rapper napoletano ci lascia ulteriori spunti di riflessione su come sia possibile adeguarsi a tendenze più recenti pur continuando a fare lavori di estrema qualità.

 

Gianluca
Author: Gianluca
"Money never made me, money never played me!" (M.O.P).

Luchè - Malammore (recensione) - 4.9 su 5 basato su 10 reviews