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T.I. - Trouble Man: Heavy Is The Head (recensione)

T.I. Trouble Man

Valutazione attuale: 5 / 5

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Già dalla copertina si può capire molto di “Trouble Man: Heavy Is the Head”, ottavo album di T.I., dove viene rappresentato il rapper di Atlanta come il protagonista di un film, la sua vita, che ci racconterà in queste 16 canzoni.

Basta ascoltare l’intro per capire il significato del disco e per capire chi è T.I.: ”I'm just a hood nigga, I ain't never had shit, Just a bad attitude and a bad bitch.. Still the motherfuckin man, you can call me Trouble Man“; infatti lui ne ha avuti veramente molti di problemi nel corso degli ultimi anni, come per esempio le condanne per possesso di droga (poi cadute) ed anche per possesso d’armi da fuoco illegali, che lo hanno fatto stare “al fresco” per parecchi mesi.

Non si fa tempo a godersi l’inizio del viaggio che, subito, iniziano le grandi collaborazioni di Meek Mill, A$ap Rocky, Lil Wayne, André 3000, R.Kelly, P!nk, CeeLo Green e Akon, che accompagnano Clifford Joseph Harris Jr., questo è il suo nome di battesimo, nella stesura del disco.

Trouble Man: Heavy Is the Head” è un album differente dai vecchi lavori di T.I., un album con molte sfumature,  dove si può apprezzare un rapper più maturo.

Al suo interno ci sono pezzi più calmi e conscious, come “Wonderful Life” con Akon, in cui T.I. parla di un suo amico morto e dei problemi con suo padre, o anche come “Guns and roses”, con una sorprendente P!nk, che ben si addice a questa canzone d’amore: “Aye have you ever loved somebody so much you can’t stand it but can’t do without him?”.

Ma, ovviamente, non possono mancare le classiche hit da club, ed ecco che assieme a Weezy butta fuori “Ball”, di cui è presente anche il video, seguita qualche minuto dopo da “Adresses”, che, come lo stesso T.I.P. avrebbe dichiarato, dovrebbe essere un dissing, senza, comunque, far alcun nome.

Che questo disco sia come un film lo si può capire anche dalla traccia con R.Kelly, “Can You Learn”, che viene preceduta da un dialogo, forse un po’ troppo lungo, ma che viene subito risanato dalla melodia R’n’B di Kelly e dal flow di T.I., con cui racconta alla sua ragazza che lui è un uomo problematico, leitmotiv del disco, e che stare assieme a lui non è come stare con un ragazzo normale.

Citazione a parte merita la strofa di André 3000 in “Sorry”, in cui l’ex membro degli Outkast, quando dice “This the type of shit that’ll make you call your rap partner, and say I’m sorry I’m awkward, my fault for fuckin’ up the tours”, sembra chiedere scusa a Big Boi per la fine della loro collaborazione.

Il tutto si conclude con “Hallelujah”, il classico pezzo “strappa lacrime”, arricchito da una grande voce femminile al ritornello, in cui il rapper parla dei problemi della sua vita, soprattutto con la giustizia, che lo hanno portato a pregare a meditare su ciò che ha fatto.

Concludendo posso dire che “Trouble Man: Heavy Is the Head” sia, decisamente, un ottimo album, da ascoltare con calma, da cui possono essere estratti molti singoli di successo, successo sancito anche dalle posizioni che ha raggiunto nelle charts americane in pochi giorni.

 

Matteo
Author: Matteo
"è l'Hip Hop che sta ingoiando la mia vita dal di dentro" (Madbuddy)".

T.I. - Trouble Man: Heavy Is The Head (recensione) - 4.7 su 5 basato su 6 reviews