facebook  twitter  vimeo  YouTube  

Menu
  • Categoria: Recensioni
  • Scritto da Gianluca

Kiave - StereoTelling (recensione)

Kiave_StereoTelling

Valutazione attuale: 4 / 5

Stella attivaStella attivaStella attivaStella attivaStella inattiva
 

Il mio approccio (e credo quello di tutta la mia generazione) con il rap di Mirko Kiave parte dal 2005, anno in cui il rapper calabrese iniziò a far conoscere con maggior insistenza la sua musica sul ring del “2 The Beat”, fortunatissima competizione di freestyle in cui salirono alla ribalta tra gli altri due giovanissimi Ensi e Clementino. Il frame più lucido che conservo di quella gara ha come protagonista proprio il giovane Kiave che a testa alta canta le sue rime in faccia al più grande dei Cellamaro, il leggendario Esa. Magari Mirko non vince una competizione di tale spessore, ma di certo riesce a conquistare il rispetto dei rappusi di tutta Italia. Nella storia di Mirko c’è un altro momento fondamentale che vorrei analizzare, un altro frame che mi lega particolarmente a Kiave. E’ il 2012, il rap inizia a suonare in un numero sempre maggiore di impianti e anche le competizioni di freestyle finalmente tornano in televisione. E’ l’anno di “Spit”, contest lanciato da MTV e condotto dal buon Marracash. Non nego che nella mia testa da diciassettenne convinto che potesse esistere solo un certo tipo di rap, un rap che difficilmente poteva incontrare le esigenze dell’industria discografica. In un contesto del genere la partecipazione di Kiave, che all’epoca consideravo (e considero tutt’ora) come uno dei pilastri più soldi del famigerato “underground”, mi parve totalmente fuori luogo. Quanto sbagliavo! Anche in quella competizione Kiave non vince, ma anche in quella competizione riesce a lasciare il suo segno indelebile, riuscendo ad emergere da quell’immenso marasma. Da quel momento in poi l’evoluzione musicale di Kiave è stata letteralmente inarrestabile, passando da quella pietra miliare che porta il nome di “Solo Per Cambiare Il Mondo” al “Fixtape” di sette mesi fa. Nei giorni scorsi Kiave ha fatto uscire “StereoTelling”, il suo quarto album ufficiale e, a prescindere dal suono contenuto nel disco (che a breve analizzeremo), continuo ad emozionarmi come quel ragazzino alle prime armi che si fomentava guardando il “2 The Beat”. Mi sembrava doveroso dedicare quest’introduzione ad un personaggio fondamentale per questa scena (oltre che per i miei ascolti), perché senza questi chiarimenti è difficile andare ad analizzare un disco così importante.

“StereoTelling” traccia una nuova linea nel rap di Kiave, è un’evoluzione dei temi e degli stili a cui siamo stati abituati negli anni dal rapper calabrese. Come negli altri dischi, l’inizio è incredibilmente forte. Pochi rapper in Italia riescono a dare un’impronta così immediata e forte ai loro lavori, Mirko invece riesce a farti entrare nel climax dal primo istante (e in questo il parallelismo tra “Hardcore gentleman” e “M.K Ultra” è abbastanza semplice). A farla da padrone per buona parte del disco è sicuramente il tema “sociale”, si parla di storie comuni in cui tutti possono rispecchiarsi, senza risparmiare un’amabile frecciatina a chi lo accusa di parlare dei soliti temi “banali”. Personalmente preferisco questa “banalità” (che tale non è per il sottoscritto) a quel filone di rap-melma che circola nelle radio in questi ultimi anni. Pezzi come “Danza con i tuoi demoni”, “Imparo pt.2”,”Lasciami sbagliare” lanciano dei messaggi molto chiari. Viene esaltato l’errore non in un modo fine a se stesso, ma con intelligenza, usando l’errore come mezzo per migliorare se stessi, elemento sempre più mancante negli “adulti” di cui parla Kiave. Non manca autocelebrazione nel disco e “L’infinito del mio nome” ne è sicuramente la prova. Così come non mancano pezzi più soft come “Ci provo”, in cui il tema dell’amore viene trattato con estrema capacità (e già nell’ “Ultima Notte” del disco precedente ci era riuscito bene).

Per quanto riguarda i suoni, c’è stato un cambiamento nella scelta delle basi. Si è passati da contesti certamente più hardcore a dei suoni più “leggeri”, in cui si nota un’influenza abbastanza decisa del reggae. Qualcuno nel web addirittura paragona questa nuova attitudine di Kiave a quella mostrata da Mecna nel fortunato “Laska” lo scorso anno (cosa che mi trova parzialmente d’accordo). Le basi sono state affidate a Iamseife, Cope, Gheesa, Big Joe, Marco Polo, Astronote, Macro Marco e Fid Mella. 

Passando ad analizzare i featuring, notiamo come il numero di collaborazioni si sia notevolmente ridotto rispetto ad altri album. Infatti troviamo i “soli” Johnny Marsiglia, Hyst, Killacat, CRLN (grossissima scoperta) e il grande Patrick Benifei. Scelta sicuramente particolare, ma che porta l’ascoltatore a concentrarsi esclusivamente sulle capacità del rapper calabrese.

In conclusione, questo 2016 è partito letteralmente con il botto. Mirko Kiave infatti ci consegna un disco che lascia un’impronta decisamente importante, e per l’ennesima volta è riuscito ad evolversi portando sempre nuovi elementi di interesse nella sua musica. Le scelte operate in questo album si sono rivelate estremamente convincenti e tutto questo ci porta a considerare “StereoTelling” come uno dei lavori più forti usciti negli ultimi mesi. Siamo sicuri che ne sentiremo parlare a lungo!

 

Gianluca
Author: Gianluca
"Money never made me, money never played me!" (M.O.P).

Kiave - StereoTelling (recensione) - 4.3 su 5 basato su 6 reviews