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Run The Jewels - RTJ 3 (recensione)

RTJ3
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Sappiamo tutti che sei in hangover causa feste ricorrenti ma prenditi 52 minuti per ascoltare questo disco.

Stiamo parlando di "Run The Jewels 3", il terzo disco di una trilogia cominciata nel 2013 che vede la collaborazione tra El-P e Killer Mike. Al suo interno abbiamo variazioni di beat (creati tutti da El-P), mood differenti, scratch, modi di rappare che passano dall’extrabeat ad uno slowflow che arriva comunque in modo incisivo, il tutto condito con batterie e chitarre che accompagnano i loro pezzi da anni.

Il disco di per sé non è un concept album che ruota attorno ad un argomento unico, si parla di ricordi legati a quando la loro carriera ebbe inizio per passare poi all’oppressione sociale ed economica del paese, dedicando un pensiero anche alla morte di alcuni amici intimi. Possiamo dire che finalmente abbiamo a che fare con un album che tratta argomenti di un certo rilievo, che purtroppo molti artisti degli States hanno smesso o non hanno mai fatto.

Si comincia con "Down" (feat. Joi) che ci può stare come inizio trattandosi di una traccia abbastanza soft/tranquilla in cui si parla delle vecchie circostanze ma allo stesso tempo rendendosi conto del proprio talento. Non fai in tempo a rilassarti che arriva "Talk to me" che ti fa saltare sul posto mettendo in chiaro da subito con chi si stanno confrontando le tue orecchie, con un testo nudo e crudo. "Legend has it" ti conferma un’altra volta che questo non è un album da spiaggia e tramonti, con un interlude sotto forma di coro che fa "And the crowd goes RTJ!". Parte "Call ticketron" con un sound psichedelico accompagnato da un extrabeat che è una bomba, passando poi ad una delle tracce con il sound più bello ovvero "Hey kid (bumaye)" (feat. Danny Drown), in cui nel ritornello si ripete Bumaye, che in Congolese significa “Kill Him”, riferito a Rothschilds, Bill Gates e Steve Jobs che vengono citati nelle strofe del pezzo legate ai soldi fatti grazie al consumismo. "Stay gold" invece è un brano autocelebrativo che tira in mezzo più volte l’oro facendo lo spelling nel ritornello. In "Don’t get captured" si parla di come è la vita a Cabbagetown (Georgia) tirando in mezzo politici corrotti e disoccupazione. We live to hear you say “please don’t shoot”.  Adesso succede un qualcosa di surreale, i due nella traccia "Thieves! (Screamed the Ghost)" (feat. Adebimpe) hanno una conversazione con un fantasma creando questo dibattito un po’ macabro che si conclude con una storica citazione di Martin Luther King. Con "2100" (feat. BOOTS) invece si tira in mezzo ciò che il sistema fa per non mostrarti la realtà dei fatti attraverso la televisione e i giornali, puntando un occhio verso quello che sarà il futuro. Parte poi il pezzo “hot” in cui si trattano argomenti incentrati sempre sul loro modo di essere, donne e problemi sociali di vario genere ovvero "Panther like a panther" (feat. Trina), il beat in più è una sassata. Con "Everybody stay calm" la situazione invece si calma ma solo a livello sonoro perché il testo spara a secco contro i ricchi, i modi di pensare e il mondo. Take it easy, partner. Ain’t no chilling in the land of the villains. Per terz’ultima abbiamo "Oh mama" che mantiene una linea soft, in cui si parla della preoccupazione delle corrispettive madri nei confronti della loro vita sregolata e fatta di eccessi. "Thursday in the danger room" (feat. Kamasi Wshington) racconta due storie, una dell’amico di El-P la cui morte è stata causata da una malattia, e l’amico di Killer Mike che è morto assassinato in strada per la sua catena. Infine abbiamo "A report to the Shareholders/Kill your masters " (doppia traccia) che sposta lo sguardo verso il passato, quando tutto ebbe inizio, parlando di come vivono il rap entrambi. Nella seconda parte si tira in mezzo il diavolo che li perseguita, consigliando ad ognuno di noi di uccidere il diavolo che abbiamo dentro.

Consiglio questo disco a tutti perché ha contenuto, metriche, beat da paura e consiglio soprattutto di ascoltarlo tutto insieme, senza mai stoppare o saltare tracce.

 

Lorenzo Andriani
Author: Lorenzo Andriani
"Only the strong survive" (2pac)