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  • Categoria: Recensioni
  • Scritto da Matteo Da Fermo

Fabri Fibra - Fenomeno (recensione)

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«Io penso a Fabri Fibra, all’intervista al Testimone in cui diceva/ Che da quando è diventato famoso non ha più amici, solo qualche collega»: queste parole sono di Dutch Nazari (in questo brano) e credo che questa barra riassuma un po' il pensiero di tutti noi dopo aver visto quella puntata de “Il Testimone” di Pif con Fabri Fibra. Io personalmente ci rimasi davvero male nel vedere che dietro quell'artista, tanto "forte" agli occhi del pubblico, si nascondeva un uomo come tanti, spesso solo; in un certo senso, da fan, pensavo che il Fabri Fibra “uomo” meritasse più amore in senso lato. Questa situazione era anche paradossale ai miei occhi, pensando a tutte le persone che in Italia lo amavano (e continuano ad amarlo), ma la vita di tutti i giorni è un’altra cosa.

Qualcuno potrebbe dire che è normale che il rapper sia una maschera o una montatura, ma è una cosa a cui difficilmente si pensa: più o meno inconsciamente si tende a sovrapporre le due figure. Piace a tutti credere che gli artisti siano in un certo qual modo “invincibili”, un po' come quando da piccoli seguivamo le gesta dei nostri supereroi preferiti; d’altronde la musica è sempre stata una via di fuga dalla realtà. L'altra riflessione che feci riguardava il fatto che, nonostante i numerosi brani scritti dal rapper marchigiano, difficilmente nelle sue liriche veniva fuori il lato più umano e vulnerabile della sua persona: credo che proprio per questo parecchie persone dopo aver visto quella puntata siano rimaste doppiamente “sconvolte”.

Dopo 4 anni e due dischi (“Guerra e Pace” e “Squallor”) da quell’incontro, tutto questo mare di riflessioni e domande mi è stato chiarito con Fenomeno, il nuovissimo disco di Fabri Fibra, uscito il 7 aprile per la Universal: in questo lavoro, come un fiume in piena che rompe gli argini, son venute fuori alcune sue emozioni a lungo represse o nascoste, musicalmente parlando. Non a caso nel brano "Lascia Stare", ringraziando la sua fan base, Fibra dice: «La terza strofa la dedico a voi che mi seguite, capite l'artista e l'uomo». Ma l’apice di questo discorso è nei due brani conclusivi dell’album, “Nessun Aiuto” e “Ringrazio”: due pezzi davvero inaspettati nei quali il rapper parla in maniera cruda del rapporto difficile con sua madre e suo fratello.

Canzoni del genere, ovviamente, suonano in maniera diversa se rappate da un ventenne o da un uomo adulto e Fibra ne parla con una certa lucidità; son brani davvero forti, ma non per questo poco maturi come si potrebbe pensare ad un primo e superficiale ascolto. Probabilmente infatti nella posizione mediatica del rapper di Senigallia sarebbe stato più facile non parlare di queste cose, avendo già dimostrato più volte in passato di poter vendere tanto, tantissimo, parlando di tutto e anche non promuovendo per niente i suoi lavori, come avvenuto con “Squallor”. Ergo, la scelta di aver scritto e inserito questi brani è da rispettare a priori, musicalmente e umanamente.

La maturità di cui parlavo, a dirla tutta, ha sempre contraddistinto la discografia di Fabri Fibra ed è una peculiarità che fa parte anche di tutto il resto del disco. Pur essendo un album davvero completo, pieno di sfumature - dal Fibra più “classico” in brani come “Red Carpet”, “Ogni giorno”, “Cronico”, “Money for dope 2017” e la title track “Fenomeno” – c’è una tangibile linea che mette in comune il tutto con una sola parola chiave che è proprio la suddetta: maturità. È con questo atteggiamento che il rapper della Universal analizza la nostra società senza censure, collegandosi al concept dell’album, che in poche parole riguarda la virtualizzazione della nostra realtà sociale che sta rendendo un po’ tutti presunti “fenomeni”.

Con lo stesso mood Fabri Fibra parla anche di temi più leggeri, in brani come “Vacanze” e “Stavo pensando a te”, probabilmente la sua traccia più romantica di sempre. Per fare tutto ciò si è avvalso, tra gli altri di produttori di un certo spessore: Big Fish, Bassi Maestro, 2nd Roof, Shablo, Deleterio, Takagi & Ketra e Don Joe. Che dire poi della scelta di inserire Roberto Saviano in un disco? Al di là di cosa ognuno di noi possa pensare dello scrittore napoletano è innegabile la genialità di questa mossa: far parlare l’autore in un album che probabilmente sarà ascoltato da centinaia di migliaia di persone - molti dei quali giovani - è una scelta coraggiosa e stimabile. 

Alla luce di tutte queste considerazioni e alla luce dell'atteggiamento del rapper in alcuni brani e interviste, qualcuno potrebbe dire che il modo di fare dell’artista sia a tratti deleterio e autodistruttivo ma in realtà non è così: lui cerca solamente di far ragionare le persone, è il nostro Paese che spesso risulta poco adatto ad un tale personaggio (e il libro di Paola Zukar è un ottimo spunto di riflessione per queste dinamiche). D’altronde se davvero Fabri Fibra fosse quello che molti media outsider amano descrivere in termini abbastanza dispregiativi, non avrebbe inserito giovani artisti come Laioung e Nebbia (in “Dipinto di Blu”) nel suo disco, o anche nomi lontani dal rap ma comunque freschi come i Thegiornalisti (nella hit “Pamplona"), senza ovviamente dimenticare tutti i featuring fatti in quasi tutti gli album più importanti usciti in questi ultimi anni.

Potrebbe sembrare un discorso poco sensato ma non è così: se ci pensate stiamo parlando di un artista che nella sua vita umana e artistica ha visto di tutto e sarebbe stupido giudicarlo come colui che ama sputare sul nostro paese gratuitamente; è un rapper e un uomo di quaranta anni e come tale merita rispetto e considerazione, attenzioni che spesso vengono date ad altre tipologie di persone e personaggi nel nostro Belpaese.

Concludendo, non possiamo fare altro che promuovere a pieni voti “Fenomeno”: in questo album Fabri Fibra ha saputo reinventarsi ancora una volta, mettendo da parte i panni del rapper irriverente per indossare quelli dell'uomo, quelli di Fabrizio Tarducci.

 

Matteo Da Fermo
Author: Matteo Da Fermo
"Quando ancora c'era qualcosa che avesse un senso non pensavamo ad entrarti da dietro noi pensavamo ad entrarti dentro" (Bassi Maestro).

Fabri Fibra - Fenomeno (recensione) - 4.7 su 5 basato su 15 reviews