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  • Categoria: Back In The Dayz
  • Scritto da Klaus Bundy

South Central: una storia di violenza, redenzione e speranza

South_Central

C’è un bellissimo film, sconosciuto ai più, perfettamente in grado di ricostruire la realtà della Los Angeles nera dei primi anni ’90, un capolavoro di cronaca che – seppur romanzato – costituisce una solida base sulla quale poter formulare un’idea di che cosa significasse essere afroamericani nella California dell’epoca.

South Central” è il crudo reportage di una vita qualunque, lo spaccato di un dramma autentico, trasposizione cinematografica del libro “Crips”, scritto dall’insegnante Donald Bakeer ed incentrato sulle vicende di un delinquente pentito, disposto a perdere tutto l’onore ed il rispetto guadagnati in anni di militanza nella sua gang pur di salvare il proprio figlio dalla morsa della malavita.

La storia, dunque, vede nel suo protagonista, Bobby Johnson (interpretato da Glenn Plummer), il perfetto esempio del reprobo redento: membro dei temibili Hoover Street Deuces, capitanati dallo spregiudicato Ray Ray (Byron Minns), Bobby finisce in carcere per omicidio e riceve una condanna a dieci anni di detenzione, durante i quali il ragazzo sarà illuminato dalla saggezza di un detenuto musulmano con un ergastolo sulle spalle, tale Ali (Carl Lumbly), che lo convincerà ad imparare la storia del popolo nero e a convertirsi alla fede islamica.

La scelta di Bobby di diventare un seguace del profeta Maometto non è casuale: dietro le sbarre, infatti, il crip riceve la notizia che Ray Ray, accecato da deliri di onnipotenza, sta istruendo suo figlio di dieci anni, il piccolo Jimmy, alla violenta vita del gangster, inducendolo a commettere furti per conto della gang ed inculcandogli i più estremi precetti dell’affiliazione. Quando, nel tentativo di estrarre lo stereo da un’automobile, Jimmy riceverà un colpo di fucile alla schiena da parte del proprietario del veicolo e finirà in un letto d’ospedale a combattere tra la vita e la morte, Bobby troverà nell’Islam la forza per incanalare la sua rabbia nello studio, fino a trasformarla nell’energia positiva che lo porterà ad abbandonare gli Hoover Street Deuces e ad abbracciare la missione di salvare Jimmy dalla violenza di strada.

Quindi, rilasciato dal penitenziario, Bobby torna nel suo quartiere, dove tuttavia tutti, anche i più giovani, lo ricordano come un leggendario “O.G.” (“Original Gangster”), una celebrità del ghetto, un individuo meritevole del più alto grado di rispetto per il suo passato da killer spietato.

Per Bobby, in effetti, non sarà facile scrollarsi di dosso questa reputazione: mentre tutti sono convinti che sia uscito dalla gattabuia con l’ardente desiderio di uccidere chi ha ferito il suo pargolo, l’uomo ha come unico obiettivo il raggiungimento di un equilibrio familiare che mai aveva sperimentato durante la prima parte della sua esistenza, lontano dalle pistole e dalla piaga della droga, sempre ed ovunque presente.

Alla fine, comunque, tra mille peripezie e confronti estremamente tesi, Bobby riuscirà a riconquistare il suo Jimmy, con l’inaspettata comprensione ed accondiscendenza del vecchio Ray Ray, che si configura dunque nella storia non come un completo antagonista, lasciando uno spiraglio di speranza, chissà, anche per una propria eventuale espiazione.

Tutto sommato, “South Central” può ben considerarsi una meraviglia del cinema indipendente, e la sua visione è consigliata a tutti, anche se la pellicola non è oggi di facile reperibilità, visto che in molti paesi (in Italia sono stati solo pochi appassionati ad aver avuto la possibiltà di vederlo doppiato) non è mai nemmeno sbarcata.

 

Klaus Bundy
Author: Klaus Bundy
"I came to overcome before I'm gone, by showing and proving and letting knowledge be born" (Eric B. & Rakim).