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  • Categoria: Back In The Dayz
  • Scritto da Klaus Bundy

Philadelphia, Vinnie Paz, Meek Mill: trova l'intruso

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Ridicolizzato dall’intero panorama musicale per la figura da cioccolataio rimediata nello scontro con Drake, c’è da chiedersi per quale motivo dovremmo accogliere con esaltazione ogni nuovo progetto di Meek Mill.

La faida con Drake, a dire il vero, non è l’unica motivazione che dovrebbe spingerci a pensarla in questo modo, anche se – siamo franchi – il tonfo del rapper di Philadelphia ha lasciato ben intendere di fronte a quale personaggio ci troviamo: non un master del microfono, tantomeno un artista capace di affrontare di petto la competizione (quest’ultima alla base della cultura hip-hop, sin dai tempi di Kool Herc e Bambaataa), bensì un bambino smanioso di attenzioni, poco dotato artisticamente e totalmente vuoto nei contenuti, degno rappresentante dello scadente filone che negli ultimi anni pare aver preso il sopravvento – ahinoi - sul grande mercato musicale.

Drake, in tutta sincerità, non avrebbe costituito un’effettiva minaccia per ogni MC che si possa definire tale, totalmente estraneo alle reali dinamiche hip-hop ed intrappolato da sempre nel suo ricercato status di “popstar” che ancora non gli ha garantito (e mai, probabilmente, gli garantirà) il pass delle strade, nonostante la convinta (e sorprendente) approvazione ottenuta dal canadese da parte di alcuni rispettati veterani del genere.

All’epoca della guerra tra Drake e Meek, si è parlato molto della credibilità di entrambi, e non è passato inosservato il fatto che l’attuale compagno di Nicki Minaj provenga da Philadelphia, “la città dell’amore fraterno” ed importantissima piazza per la musica rap, che ha dato i natali a leggende del calibro di Schoolly D, DJ Jazzy Jeff (questi, tra l’altro, seguace di Grandmaster Nell, pioniere di South Philly e fratello del padre di Meek), Beanie Sigel, Freeway e, soprattutto, i Roots di Black Thought e ?uestlove.

La Pennsylvania, oltre ad essere uno snodo fondamentale nella storia degli Stati Uniti d’America, forse il luogo più ricco del paese, insieme al Massachussetts, dal punto di vista intellettuale, è stata per tantissimi anni una sorta di silente casa del “purismo hip-hop”, lontana dalle controversie che negli anni ’90 hanno investito New York e Los Angeles ed altrettanto distante dalla commercializzazione dell’arte che avrebbe trasformato i suoi protagonisti, nell’arco di un paio di decenni, in eroi di statura mondiale.

Il punto d’orgoglio più alto per Philly, probabilmente, fu toccato nei primissimi anni 2000, quando la potente Roc-A-Fella di Jay-Z e Damon Dash mise sotto contratto il supergruppo degli State Property, che comprendeva, oltre ai già menzionati Sigel e Freeway, Omillio Sparks, Oschino, Peedi Peedi  e gli Young Gunz (Chris & Neef). Tuttavia, per questa promettentissima crew, i giorni di gloria furono pochi, complici i gravi problemi interni scaturiti dal crollo dell’impero multimediale newyorkese, verso la fine del 2004, che portò i membri del gruppo a prendere strade opposte, tra chi scelse di seguire Jay alla Def Jam e chi rimase fedele a Dame, firmando per la sua Dame Dash Music Group, la quale comunque ebbe vita breve.

Nonostante il nuovo mixtape di Mill, “DC4” (uscito lo scorso 28 ottobre), non sia da buttar via in toto, qualche raro sprazzo di lucidità non può giustificare l’esagerato hype che ha circondato la sua uscita, al punto da mettere ingiustamente in ombra un vero capolavoro, che ha visto la luce lo stesso giorno, registrato da un illustre conterraneo del fondatore della Dream Chasers Records: Vinnie Paz.

Nel colpevole silenzio di radio, network televisivi e stampa, il nuovo album dell’italoamericano, “The Cornerstone of the Corner Store”, si è candidato istantaneamente al premio di miglior disco rap del 2016, grazie all’immutata dedizione del leader dei Jedi Mind Tricks, un gigante che ha volontariamente scelto di non uscire dall’underground pur di mantenere integri i suoi valori, nel nome di una sfrenata passione per l’hip-hop riflessa perfettamente nella nuova fatica.

Dopo i già acclamati “Season of the Assassin” (2010) e “God of the Serengeti” (2012), “The Cornerstone of the Corner Store” ci riporta a ciò che la comunità rap è realmente: non uno sciame di individui strappati alla disoccupazione che ha trovato nel trap l’ennesima via per ostentare la propria ricchezza, bensì l’intrattenimento al servizio della verità, dove i vizi capitali non sono affatto banditi ma non sono nemmeno al centro dell’Universo, parte integrante della natura umana ma non sua virtù.

Così, in attesa che gli State Property si riuniscano a titolo definitivo (le trattative sono attualmente in corso) e i Roots pubblichino il loro dodicesimo album in studio (“End Game” è previsto per il prossimo anno), diamo a personalità come Vinnie Paz il titolo di rappresentante del rap made in Philadelphia, sottraendolo quindi a Meek Mill, che nulla di artisticamente rilevante ha dimostrato dal giorno del suo arrivo sulla scena, ma solo la capacità di indirizzare il pubblico verso un’idea povera e distorta di quel meraviglioso movimento che, da oltre quarant’anni, conosciamo con il nome di hip-hop.

 

 

Klaus Bundy
Author: Klaus Bundy
"I came to overcome before I'm gone, by showing and proving and letting knowledge be born" (Eric B. & Rakim).