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Tupac - The Immortality

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“They wonder how I live with five shots, niggas is hard to kill on my block” 

“Si chiedono come vivo con cinque colpi, i neri sono duri da uccidere nel mio quartiere” 

(2 of amerikaz most wanted)

L’intervista rimbomba dalla West alla East coast come una dichiarazione di guerra. I giornali e le tv non parlano d’ altro e pare che la storia sia molto lontana dall’essere accantonata. Marion Knight (non fatevi ingannare dal suo soprannome che significa “Orsetto di zucchero”) fiuta l’affare, alimenta la faida insultando pubblicamente e in più occasioni Puff Daddy e spalleggia Tupac al fine di ricavarne il più possibile. Del resto la polemica non può far altro che far accrescere gli incassi. La situazione comincia a farsi sempre più tesa e addirittura una sera in cui le due fazioni si trovano faccia a faccia scoppia una sparatoria. Un collaboratore della Death Row e amico di Suge muore per mano (si pensa) di una guardia del corpo di Puff. Nessuno si vuole tirare indietro e nel febbraio del 1995 Notorious fa uscire il brano “Who shot ya”. Shakur è convinto che sia fatto apposta per la sparatoria di New York ma il rapper della east coast dichiara di aver scritto la canzone molto tempo prima. La frase più provocatoria e difficilmente spiegabile è: 

“You’ll die slow but calm, recognize my face, so there won’t be no mistake”

E’ il caos. Il 12 ottobre dello stesso anno Tupac esce di galera. La prima cosa che fa è prendere un aereo privato per andare a Los Angeles a scrivere. Dopo 3 giorni ha già confezionato 7 tracce. Ve lo ripeto: 7 tracce in 3 giorni. Al quartier generale fa amicizia con Snoop Dogg e Dr Dre e si dedica completamente alla scrittura. Contatta Faith Evans, all’epoca moglie di BIG anche se sembra che i due stiano per divorziare, per proporle un featuring. Lei accetta, ma durante un’intervista poco dopo la registrazione del pezzo il rapper stesso giura di esserci andato a letto, anche se lei nega tutto. La provocazione colpisce ed è benzina sul fuoco. Tutto questo è un’ottima pubblicità per “All eyez on me”, quarto album che esce nel 1996. E’ anche il primo doppio album hip hop della storia.

“How did it come to this? I wish they didn't miss, somebody help me, tell me where to go from here cause even Thugs cry, but do the Lord care?”

“Come siamo arrivati a questo? desidero che non mi avessero mancato, qualcuno mi aiuti, mi dica dove andare da qui perchè anche i Duri piangono, ma al Signore importa?”

(Only God can judge me)

Questo lavoro è per alcuni tratti simile a 2pacalypse Now, ci sono tanti testi che ammazzano il beat e altri più nostalgici. Quasi non bastano dieci dita per contare i capolavori che contiene: “California Love”, “How do you want it”, “2 of Amerikaz most wanted”, “Only God can judge me”, “Tradin war stories”, “Ratha be ya N.I.G.G.A.” e altri ancora. La differenza sostanziale dai precedenti è una sola: la violenza. Le pistole, i nemici da uccidere, il seppellire i propri compagni sono un must in ogni pezzo. Per la prima volta troviamo anche molti featuring di rilievo e tanti outro, un valido metodo per attaccare chi vuole senza essere necessariamente velato.

“Life goes on” è a mio avviso la punta di diamante di entrambi i cd. Qui si capisce come nonostante gli anni, i soldi, la galera e una vita vissuta al limite, Tupac è lo stesso bambino partorito, nauseato e allo stesso tempo innamorato del ghetto. “Change shit, i guess change is good for any of us” dice, ma in fondo sa bene di non essere mai cambiato.

“How many brothas fell victim to tha streetz, rest in peace young nigga, there's a Heaven for a 'G', be a lie, if I told ya that I never thought of death my niggas, we tha last ones left but life goes on...”

“Quanti fratelli cadono vittime delle strade, riposate in pace giovani amici, c'è un Paradiso per i Duri, è una bugia se vi dicessi che non ho mai pensato alla morte, amici miei siamo gli unici rimasti ma la vita continua.."

(Life goes on)

Ci sono altre due canzoni abbastanza stereotipate che ricordano per l’appunto il suo primo album, infatti parlano del posto da cui è venuto e delle persone che ha avuto modo di conoscere, accomunate dalla stessa fine che è convinto debba toccare anche a lui:

“Shorty wanna be a thug” racconta la storia di un giovane nero che si è fatto strada proprio come lui e si conclude con la morte del ragazzo. “Wonda why they call u bitch” parla di una ragazzina che era sua amica, ma che ora gira con gente poco raccomandabile e alla fine muore di hiv.

“That which does not kill me can only make me stronger (That's for real) and I don't see why everybody feel as though that they gotta tell me how to live my life (You know?) Let me live baby, let me live!”

“Ciò che non mi uccide può solo rendermi più forte (per davvero) e non capisco perchè tutti si sentono così capaci di dirmi come vivere la mia vita (capisci?) Lasciami vivere baby, lasciami vivere!”

(Only God can judge me)

Solo Dio può giudicarmi. Una delle frasi più gettonate e tatuate al mondo da il titolo a questa canzone che scala le classifiche Rap di tutto il globo a una velocità surreale. In realtà l’origine del termine è però più nobile rispetto alla gangsta song. E’ infatti una proposizione ripetuta più volte nella Bibbia. Libro che Tupac ha avuto modo di analizzare e comprendere in carcere, insieme a numerosi altri. L’artista ha ripetuto più volte di aver letto molto quando era in galera, in particolare ha detto di essersi ispirato al “nostro” Niccolò Machiavelli. Lo sapevate che lo pseudonimo con il quale avrebbe voluto essere chiamato era diventato per l’appunto Makaveli?

“Makaveli was my tutor”

“Machiavelli era il mio tutore”

(Tradin war stories)

Dove men si sa, più si sospetta” scriveva il letterato appena citato, e sembra che Amaru sospetti parecchio di chi gli sta intorno. E’ imparanoiato, gira sempre armato, con il giubbotto antiproiettili e con la scorta armata.

Tuttavia è lui il primo ad attaccare e a colpire basso facendo uscire nel giugno 1996 “Hit ‘em up”. Indubbiamente il più potente dissing della storia. Qui continua a dichiarare di essersi fottuto Faith, insulta BIG perfino facendolo inscenare da un attore nel video ufficiale (andate assolutamente a vederlo) e spara a zero su tutti. Attacca Puff Daddy e altri artisti, fra cui Prodigy dei Mobb Depp, prendendolo in giro per la sua anemia falciforme. Sta cercando di massacrare tutti... ma forse è troppo anche per lui:

“You claim to be a player but I fucked your wife, we bust on Bad Boys niggas fuck for life”

“Tu affermi di essere un playboy ma mi sono scopato tua moglie, noi spacchiamo i Bad Boys, neri fottetevi per sempre”

Il 7 settembre Las Vegas è in fibrillazione perchè sta per avere luogo il match che consentirà a Mike Tyson di riconquistare il titolo di campione del mondo. Tupac è seduto in prima fila in qualità di grande amico del pugile. Dopo l’incontro, quando escono dal locale vengono fermati da un tale Orlando Anderson, nasce una rissa ma la cosa finisce poco dopo e Tupac, Suge e gli altri se ne vanno. Quella sera il rapper stranamente non indossa il giubbotto antiproiettili (per via del caldo e del fatto che deve andare ad una serata di beneficenza), inoltre non ha con sè la pistola. La crew si reca alla villa di Marion Knight per permettere al produttore di cambiarsi e poi riparte alla volta del club per la serata. Suge guida mentre Tupac è a destra.  C’è’ una gran afa, la macchina è senza tettuccio e i finestrini sono abbassati. Le vetture sono incolonnate e ferme, in attesa che uno dei tanti semafori della città degli eccessi diventi verde. Di colpo una Cadillac bianca sgomma, sale sul marciapiede e si affianca alla BMW dei due. La persona seduta nel sedile posteriore tira fuori un’arma. Partono 13 colpi. Non c’è modo di ripararsi o scappare, i proiettili bucano lo sportello e trafiggono il polmone, l’anca e la mano del cantante. Anche Suge viene colpito, ma di striscio al collo. Gli uomini si dileguano nello scompiglio generale mentre inizia la corsa disperata verso l’ospedale: “Non respiro, non respiro” continua a ripetere. Vengono svolte più operazioni, il polmone lacerato viene asportato ma la situazione è critica anche per un vero THUG. Passano alcuni giorni di pura angoscia e follia, il mondo è scioccato e stenta a credere a ciò che è appena successo. Le comunità afroamericane si riuniscono in preghiera mentre nel ghetto continuano le sparatorie tra Crips e Bloods (le gang che si pensa siano affiliate alle due parti) e come se non bastasse muoiono altri giovani ad ogni angolo della strada. Orde di giornalisti si accampano nella hall dell’ospedale per giorni nella speranza di ricevere presto aggiornamenti... e sei giorni dopo questi arrivano.

Il 13 settembre 1996 alle ore 16:03 il cuore di Tupac ha già smesso di battere da dodici minuti, Afeni Shakur non può far altro che piangere sul corpo esanime del proprio figlio mentre i medici interrompono il tentativo di rianimazione e annotano l’ora del decesso. Il mondo piange una persona, prima che un artista, destinata a restare nella storia: Lesane Parish Crooks è morto.

 

Marco
Author: Marco
"Capisci che il rap è come una preghiera, non conta quanto urli ma conta quanto è vera" (Mistaman).