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Qui sotto un temporale

GHEMON

Era quasi l’estate del 2014 quando Ghemon interruppe il suo silenzio canoro e fece uscire “Adesso sono qui”, il singolo che anticipaval’album "ORCHIdee". Ora, a distanza di tre anni e pochi mesi, ci troviamo alle porte di "Mezzanotte", quarto album dello spadaccino-cantante, preceduto dal singolo “Un temporale”. 

Cosa è cambiato in questo triennio? Molto, se non tutto. La metamorfosi si è completata e la farfalla uscita dal bozzolo ha spiccato il volo con le sue ali variopinte e ricche di sfaccettature. Qualcheduno non ha compreso il cambiamento (usando anche l’appellativo quanto mai discutibile di ex-rapper) mentre la moltitudine degli ascoltatori ha saputo apprezzare la qualità e la costanza del lavoro. Certo, non sono arrivate cifre da capogiro come sta accadendo in Italia per singoli di minore qualità, ma Ghemon è entrato di diritto nella parte alta del tabellone musicale italiano. Chi lo dice? Beh, indubbiamente il fatto che la sua hit “Vola alto” sia stata usata come colonna sonora della Serie A di basket 2015-2016, l’enorme seguito nei live in giro per la Penisola e l’accordo con Sky per la creazione di Live From The Vault. Ciliegina sulla torta,la partecipazione nel video ufficiale di “Nessuno vale quanto te” di uno degli sportivi più internazionali ed apprezzati dello Stivale: Marco Belinelli. Purtroppo però, anche qui è palese quanto il suo distaccamento dalla forma più classica del rap abbia portato ad un allontanamento di una buona fetta del suo pubblico più purista (il video ufficiale non è arrivato a 1 milione di visualizzazioni, in America il fake-dissing a Durant ne ha fatte più di 3 milioni per fare un indegno confronto cestistico). 

Ma nonostante tutto questo, Gianluca è rimasto sempre fedele a se stesso ed è riuscito a raggiungere l’obiettivo di una crescita lirica esponenziale. Ecco infatti che arriva Mezzanotte, anticipato dal singolo “Un temporale”. Ma si sa, la stabilità non porta necessariamente all’equilibrio, specie quello interiore. 

Adesso sono qui dove tu mi hai lasciato, 
tra le mie braccia stringo ciò che sono diventato 

(2014)  

“Vuoi sapere adesso dove sono, 
sono come sotto un temporale” 

(2017) 

“Adesso sono qui” (2014) evoca un’atmosfera rilassante e conduce ad una presa di coscienza forte sul proprio essere, “Un temporale” (2017) ci fa invece sentire vulnerabili ed in qualche modo dispersi, impossibilitati a ripararci da una cascata di pioggia. I due singoli prelevati dai rispettivi album hanno tantissimo in comune, soprattutto dal punto di vista letterale e melodico, ma riescono ad evocare due sentimenti agli antipodi. Mentre tre anni fa l’arrivo era astratto e il “qui” del suo adesso era una libertà completa dalla paura e dai propri fantasmi, ora la risposta alla domanda “vuoi sapere adesso dove sono” è “un temporale”. I verdi boschi lasciano il posto ad un cielo coperto e carico di pioggia. Lo stesso Ghemon, dopo mesi di tour e lavoro, è di nuovo alla ricerca di una evoluzione musicale, per cui anche di un delicato equilibrio. Un ORCHIdee2.0, come da lui stesso ammesso, sarebbe infatti impensabile e per fare spazio al nuovo occorre liberarsi del vecchio (“Se mi volto so che niente è uguale”). Il “male” del quale è difficile sbarazzarsi, simboleggia appunto questa pioggia formata dall’ennesima transizione mista a paure ed insicurezze, dove solo il talento ed il sacrificio possono fungere da ombrello. 

L’adesso è l’elemento chiave, il filo conduttore che lega le due fatiche: le emozioni non si possono descrivere a pieno né usando il tempo passato né usando il futuro. Le emozioni vanno vissute e raccontate, non viceversa. La rabbia può lasciare posto alla serenità, ma anche il percorso inverso è possibile, anzi probabile. È il cerchio che non ha chiusura o un inizio, semplicemente continua, così la musica di Ghemon continua, in un’altalena di stati d’animo che solo chi prova fino in fondo può descrivere così accuratamente. 

 

Marco
Author: Marco
"Capisci che il rap è come una preghiera, non conta quanto urli ma conta quanto è vera" (Mistaman).