facebook  twitter  vimeo  YouTube  

Menu
  • Categoria: Interviste
  • Scritto da Gianluca

"Scrivere il rap è la sola possibile teoria sul rap": Sandro Sù ci racconta l'album con Dj Color

djColor_SandroSu

In questa nostra nuova intervista abbiamo parlato assieme a Sandro Sù, uscito il mese scorso con l’album Hungerplan interamente prodotto da Dj Color. Check this out! 

 

1. “Io quando scrivo piango, voi fate Italia’s got Talent!”: se non è un manifesto poco ci manca. Come vedi la scena in questo momento di sovraesposizione del genere?

Per la scrittura ho fatto tutto, ho dato e continuo a dare tutto quello che ho, non ti parlerei semplicemente d’amore, non si tratta di amore: in questo è coinvolto il fluire del sangue che si fa inchiostro e si racconta da solo riuscendo a parlare a tutti, più di quanto io stesso sia capace di fare, non so dire se si tratti di una benedizione o di una maledizione, quello che so è che non si esaurisce in una performance su un palco, in radio o per televisione, non si può rinchiudere in un giudizio, in un punteggio o in una recensione, questo per me valeva quando eravamo in 20 e ci ascoltavamo a vicenda e vale anche adesso in questo momento di “sovraesposizione” come tu la chiami. Qualsiasi connotazione assuma la scena a me sta bene, pontificare sull’argomento è tempo perso. Scrivere il rap è la sola possibile teoria sul rap; tutto il resto riguarda o l’ascolto o è gettone di presenza.

2. ”Non sono fatto per vantarmi piuttosto per vandalismo, come i writers di una volta morti sparati da uno sbirro!”: secondo te dai tempi di quei “writers morti sparati da uno sbirro” è realmente cambiato qualcosa?

Ogni generazione guarda le successive con diffidenza ed ingiustificato rigore, credo sia fisiologico, se rispondessi a questa domanda riducendo la questione ad una critica generazionale sarei intellettualmente disonesto oltre che banale. Forse il solo ad essere cambiato sono io, certe cose si perdono non soltanto nel passaggio del testimone, ma anche da un periodo all’altro di una stessa vita,  me ne accorgo quando riascoltando le parole di Deda: “…sbarbi nei rioni, guerra dei bottoni, tutti campioni, giocavamo ad inventarci i nomi…” riesco a riassaporare i momenti in cui, tutti insieme, stavamo costruendo qualcosa senza curarci troppo di dove ci avrebbe portati, anzi i più svegli di noi sapevano già che non ci avrebbe portati da nessuna parte, eppure lo facevamo, animati da una forza di spirito invidiabile proveniente da chi sa dove, anche se appunto “sapevamo già che ce ne saremo andati prima o poi”.  Non so ben dire se era meglio o peggio, era solo… diverso. Non crescete, è una trappola. 

3. Il disco è interamente prodotto da Dj Color, con beat di grande spessore. Sandro: come è nata l’idea di affidare il disco ad un solo produttore?

Non è stata una scelta premeditata, in corso d’opera decisi che questo non poteva, non doveva, essere un nuovo disco di Sandro Sù (anche se forse lo è più degli altri), in buona sostanza era giunto il momento di portare su un altro piano il mio modus operandi e la sola maniera di farlo era affiancarmi (leggasi affidarmi), passo per passo, ad un produttore “vero”,  facendo si che questo lavoro fosse tanto suo quanto mio. Lavorare insieme ad ogni pezzo partendo da zero è la maniera migliore di creare la magia.

4. Come nasce invece la collaborazione con il rapper palermitano MadBuddy?

Trovo che Buddy sia un eccellente scrittore e che sia un iconico depositario di un’attitudine ormai in fade out, ci eravamo incontrati non più d’un paio di volte nelle nostre esistenze ma come direbbero a Napoli “ci sapevamo” e sapevamo le nostre musiche, un grande feeling e rispetto reciproco hanno fatto il resto ed è nata “#Stay free”.

5. Quali sono i vostri progetti dopo “HungerPlan”?

Che domande, diventare ricchi!

6. Cosa ascoltate ultimamente? Potete dare qualche consiglio ai nostri lettori?

Al netto di Run the jewels ed un po’ di vecchiume assortito, sto ascoltando poco rap ultimamente, me ne allontano ciclicamente per poi tornarvi come il figliol prodigo e ritrovarmi in casa da solo, pettinato da un volume imbarazzante, a pensare : ”ma quanto è bello il rappaccio”.
Consigli? Date un ascolto al disco di Ciro O’Zì, di Oyoshe e dei Ganjafarm.

7. Info, contatti e saluti.

Su tutti i social /Hungerplan e sarete in contatto diretto con noi, oppure su www.pianofame.com. L’album lo potete trovare su ITunes e Spotify e sarà disponibile in vinile tra meno di un mese. Buon ascolto a tutti e un saluto a voi di Hip Hop Rec.

 

Gianluca
Author: Gianluca
"Money never made me, money never played me!" (M.O.P).