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L'Ultimo Tango di Vacca - Intervista

Vacca_2015

Vacca è da poco fuori con il suo album “L’Ultimo Tango” e, in occasione dell’instore di Brescia dello scorso week end, siamo andati a trovarlo per scambiare quattro parole con lui sul disco, sulla Giamaica e su altro ancora. Dopo esserci salutati e aver chiacchierato con lui riguardo ad un vecchio live tenutosi vicino alla città della leonessa, ci siamo concentrati sull’album…

…Qual è stato il percorso che ti ha portato alla realizzazione de “L’Ultimo Tango”? Com’è stato registrarlo interamente a Kingston?

Inizio con la seconda domanda e ti dico che ormai sono sei anni che registro lì e diciamo che mi è comodo in tutti i sensi visto che mi sono ricostruito a Kingston quello che era il mio ambiente naturale.

Per quanto riguarda la costruzione del disco, che viene a distanza di due anni e mezzo da “Pazienza”, non era partita con l’idea che questo quinto album ufficiale fosse l’ultimo, ma è venuta dopo per un’esigenza naturale. Mi sono spostato in Giamaica ormai da sei anni e non vivo più la musica come la vivevo qua nel nostro Paese, capisci?  Non vivo più l’essere artista in Italia, ma lo vivo in un Paese lontanissimo, dove la lingua non è la stessa, dove non ti capiscono e dove la gente che conosco e che passa in studio magari apprezza il flow ma ha il problema che non capisce un cazzo di quello che dico. Il vivere da lontano questo mio percorso artistico (non vuole chiamarla carriera, ndr), fa sì che “non riesci a viverla al 100%” visto che poi io, negli ultimi anni, sono venuto veramente poco in Italia, solo per le settimane di durata del tour. Ormai sto a Kingston e il mio obiettivo è quello di farmi capire lì e di fare musica per la gente del posto in cui vivo.

Non sarà stato quindi semplicissimo ambientarsi in un Paese così diverso. Hai avuto qualche difficoltà, per esempio con la lingua del posto?

Io quando sono partito da solo sei anni e passa fa non sapevo neanche dire “ciao” in inglese, figuriamoci il patois (la lingua giamaicana simile all'inglese, ndr). Da rapper il mio sogno era andare a Los Angeles, ma Kian dei Golden Bass mi ha detto "ma va, vai in Giamaica dove non conosci nessuno, ti fai un'esperienza diversa e ti serve anche per la musica". Ho ascoltato il suo consiglio e sono partito. Facile non è stato, non capivo un cazzo, ma fortunatamente dopo ho conosciuto quella che adesso è mia moglie, che fa l'insegnante d'inglese e che mi ha aiutato un po'. Per capire, parlare e poter esprimersi come si deve mi ci sono voluti almeno 3 anni; è un mondo totalmente diverso, non è solo spiagge, palme, belle donne, marijuana...certamente c'è anche quello ma più nelle zone turistiche...

E tornando indietro prenderesti la stessa decisione o cercheresti di andare a Los Angeles?

No no figuriamoci, lo rifarei solo che magari mi prenderei il biglietto di prima classe per godermi di più il viaggio (ride, ndr). Io ho sempre avuto la paranoia dell'aereo, ero da solo e stavo tipo morendo...ma rifarei comunque questa scelta!

Tornando invece all'album, ascoltandolo si possono apprezzare sonorità diverse. Come mai questa decisione?

Già da VH penso di aver abituato i miei ascoltatori e supporter a non ripetermi mai, per un'esigenza mia e per non essere uguali agli altri, per tentare di evolvermi sempre e di spingermi oltre lo standard basic del rapper italiano, ok? Arrivato a questo punto, dopo i miei lavori precedenti, la roba più "strana" da fare era tornare a fare un album RAP. Il disco ha solo 3 pezzi che non sono rap : "Manchi Solo" con Enrico dei Los Fastidios, "Trust No One" che è l'unico pezzo reggae del disco e "Il ragazzo coi dread" che è un pezzo ska: tutto il resto è hip hop, forse anche fin troppo classico rispetto a quello che sono sempre stato io.

Io sono del pensiero che l'ascoltatore italiano medio del rap si è ora abituato a qualcosa di più moderno...noi da buoni italiani siamo abituati ad arrivare molto dopo e quindi, anche se tu sei molto aggiornato, il popolo accetterà determinate cose 20 anni dopo. Noi questo genere e le robe che vanno ora di moda le facevamo da anni, dai tempi di "Faccio Quello Che Voglio" e perciò ho preferito pormi in un modo differente rispetto al mio passato e a quello che c'è in giro oggi, decidendo di trattare anche argomenti diversi durante gli 11 mesi in cui ho realizzato il disco (ci ha anche detto della sua scelta di non fumare per ben 8 mesi, ndr)

In alcune tracce del disco ribadisci la netta separazione tra te (e la tua crew) e il resto della scena italiana. Come vedi e vivi questa contrapposizione?

La scena da me è sempre stata differente. Io mi sono sempre proposto in un modo completamente diverso già dall'uscita di VH. Anche per questo motivo ho chiamato Paska nel disco, lui mi ricorda me anni fa, quando portavo i calzini su, avevo la maschera e occhiali particolari...per uno più conscious o incazzato la mia musica era un po' troppo diversa dalla loro e di conseguenza non sono stato accettato proprio da tutti, mentre la gente a cui mi sono avvicinato è stato grazie anche al cambiamento negli ultimi anni della mia di musica, da "Sporco" a "L'Ultimo Tango".

Tra le persone che ti sono state "vicine" ad inizio del tuo percorso artistico possiamo invece nominare Esa e Jake La Furia....

In realtà sono persone con cui ho condiviso un percorso, ma neanche tanto da vicino. Esa lo conosco da quando ero piccolino e giravo al Muretto, dove potrei raccontare tanti aneddoti sulle prime gare di freestyle. Jake invece l'ho conosciuto ai tempi delle medie (lui era al liceo) quando ero sotto per il writing e la mia crew era assieme alla sua con Calimero, Santo e mille altri. Un giorno mi avvicinai a lui assieme ad Iko, un altro fondatore della Voodoo Smokers, e gli dissi "Ciao, sei Fame?" e lui, continuando a camminare senza fermarsi, mi rispose "Sì dimmi, cosa vuoi?" - "Guarda che noi abbiamo la crew e ha il vostro nome.." - "Non me ne fotte un cazzo, parla con Calimero!". Basta, finito lì (ride, ndr). Poi da quel giorno abbiamo comunque cominciato a frequentare il Muretto, loro pure e abbiamo iniziato a conoscerci prima ancora delle Sacre Scuole...

Mentre la promozione del disco come proseguirà: Ci saranno altri video estratti? tornerai in giamaica?

A sto giro abbiamo deciso di stare in Italia un po' sia per gli instore sia per le date live che voglio fare al completo, perfette sotto ogni punto di vista, portando con me tanti ospiti e anche i brani dei dischi passati. Di video ne abbiamo già fatti uscire quattro, in controtendenza rispetto al nostro passato, ma ne pubblicheremo prossimamente altri...

Pero' hai affermato  CHE "L'ULTIMO TANGO" SARÀ IL TUO ULTIMO ALBUM UFFICIALE IN ITALIANO, al quale seguirà un progetto totalmente differente...

Sì, ho già tanti pezzi registrati e adesso ci stiamo preoccupando sul come farli uscire, visto che forse fare un disco vero e proprio non avrebbe molto senso: io a livello internazionale non sono conosciuto, di conseguenza lavorerò tanto sul web con robe ufficiali, singolo dopo singolo. Se te li facessi ascoltare nemmeno ci crederesti che sono io, nel senso che è cambiato proprio tutto, il genere è diverso e la voce è diversa, canto...non mi sono messo a fare rap in giamaicano. Ciò viene richiamato anche ne "L'Ultimo Tango" con la traccia finale "Trust No One" che segna la fine di questo percorso e che si collega perfettamente al mio nuovo progetto.

E come è stato scrivere dei testi non in italiano?

Difficile, perchè per esempio l'ironia e le punchline nostre non sono sempre traducibili in un'altra lingua, devo quindi pensare come un giamaicano...il mio inglese non è che non è perfetto, non è esistente! Io parlo patois e basta, che è inglese ma differente, è un dialetto nazionale. Quando sono in studio ho comunque un team di persone che mi segue e mi aiuta in tutto quanto. Fortunatamente in Giamaica conosco tanta gente, ho pezzi con artisti giamaicani giganti già registrati e con cui sto lavorando, ma per adesso siamo con la testa su "L'Ultimo Tango": sono contento, è il mio piccolo capolavoro e voglio godermelo tutto quanto!

 

Matteo
Author: Matteo
"è l'Hip Hop che sta ingoiando la mia vita dal di dentro" (Madbuddy)".