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  • Categoria: Interviste

Mistaman - Intervista

mistaman

Parlo col Rapper

In occasione del concerto di Mistaman tenutosi a Bergamo il 13 Novembre, HIPHOPREC.com ha incontrato il rapper veneto per fare una chiaccherata sull' hip hop e sul suo ultimo album Blasteroids in collaborazione con Cali e i L.A.S.E.R.

 

1. Come è stato questo live di Bergamo? Cosa provi ogni volta che sali sopra il palco?

Diciamo che ci capita di girare un pò tutta l'Italia, chiaramente ogni pubblico ha le sue caratteristiche. Il pubblico di Bergamo ha avuto dei momenti di picco e di fotta che veramente ci hanno fatto stare bene. In altri momenti era molto attento a quello che stavamo facendo, come che ci stessero studiando, cosa che comunque fa piacere.

 

2. Parole e La Mia Musica descrivono l'importanza che ha per te la musica. Cos'è per te questa arte? Come è nata la tua passione per la musica rap?

La passione per la musica è un contenitore di tante altre mie passioni. Nel senso che magari io posso avere una passione per la dialettica, per i giochi di parole, per la sociologia e la musica non è altro che un contenitore che le racchiude tutte. Io credo che ogni persona nella propria vita debba trovare un mezzo che convogli quello che lui vuole comunicare. Se uno ha la peculiarità di sapersi muovere potrà ballare, se una ha la peculiarità di essere bravo a disegnare si esprimerà con l'arte visiva. Io magari non mi ritengo un musicista nel vero senso della parola però,sicuramente, la musica è la mia valvola di sfogo per le cose che mi interessano e che fanno la persona che sono e solo io a modo mio posso fare la musica che faccio. Questo è fondamentale per chiunque lo faccia perchè bisogna cercare non necessariamente di essere originali ma di essere autentici perchè essere originali è una cosa già vecchia, essere autentici è un obiettivo da raggiungere quando si fa musica.

 

3. Sul tuo sito affermi che a volte l'hip hop ti sta stretto in particolare i suoi stereotipi. Cosa intendi?

Sarebbe giusto che fosse così per tutti, nel senso che chi si approccia all'hip hop lo prende come un modello da seguire nella sua versione più stereotipata cercando di adeguare se stesso all'hip hop. Io, invece, penso che l'hip hop vada interiorizzato con le sue regole e le sue tecniche espressive per esprimere se stessi. Per questo dico che a volte mi va stretto l'hip hop perchè, magari, ci sono alcuni concetti, alcune cose che io ho vissuto che non sono mai state espresse in un discorso hip hop e quindi sembra che io scenda dalle regole dell'hip hop. Fin dall'inizio questa cultura è stato un abbattare le regole. E’ quindi assurdo tentare di essere coerenti con una cosa che di sua natura cambia e si nutre di quello che trova, perciò ben venga che l'hip hop ci sia stretto, anche se non voglio che questa frase venga intesa come che mi vergono di essere un b-boy. E' una cosa che va un pò di moda dire di essere oltre l'hip hop, che tra l'altro ho affermato anche io, nel senso di dire che è da sfigati e io faccio lo zarro o quello ignorante. Io però non la intendo così,anzi ho totale rispetto per gli originatori dell'hip hop in quanto ognuno è arrivato e ha messo un mattone su questa casa che è l'hip hop. Quindi è inutile arrivare e dire io non sono hip hop e poi rappare perchè se stai rappando devi rispettare chi ha inventato questo codice.

 

4. "Se solo avessi pensato un pò di più al cash a quest'ora io starei da Dio" è la frase centrale del tuo pezzo Se Solo Avessi e ci fa capire l'importanza che ha oggi il denaro nel mondo della musica. Cosa ne pensi tu dell'arrivo delle major per gli artisti underground e degli artisti che dopo aver stipulato un grosso contratto hanno cambiato il loro stile rispetto al passato?

Io vorrei sfatare il mito che sia così netta la differenza a livello di cash tra underground e major, cioè non è un film con Mariah Carey dove arriva un produttore e ti fa sfondare. Tutti quelli che sono sotto major il personaggio che rappresentano non glielo ha imposto nessuno, è una cosa che loro si sono costruiti e non è altro che un'amplificazione di loro stessi. Quindi non credo, anche perchè molti di questi li conosco, nello svendersi alle major: c'è un pò di demagogia di alcuni artisti che dicono fanculo alle major eccetera eccetera. Io stesso magari posso avere fatto attacchi all'industria musicale, però quello che attacco di sicuro non sono gli artisti hip hop che sono sotto major perchè comunque hanno una promozione sicuramente inferiore rispetto ai fenomeni creati dal nulla. Un gruppo come i Dogo ha una fan-base che è tutta loro, cioè non si scherza, non è gente che li segue perchè gli ha visti in tv o un giornalista li ha detto che spaccano, è giusto che siano lì. Credo che la critica che si possa fare è probabilmente al sistema che non permette ai modi di fare musica e alle idee più originali di arrivare ad un pubblico più vasto, perchè comunque il modo in cui la promozione di una major è costruita è quello di puntare su qualcosa che abbia un immaginario forte e che sia più facilmente riconoscibile dal pubblico. E' chiaro che musicofili o chi ama la musica veramente, riesce a cogliere sfumature che alla massa non sono consentite,è la differenza che c'è tra un acquerello e un cartello stradale : se io amo l'arte mi piace l'acquerello e se ho bisogno di essere indirizzato guardo il cartello stradale,quindi se a noi piace fare gli acquerelli ben venga chi viene nella nostra galleria d'arte, Unlimited Struggle, a vederseli, però non possiamo avere odio per chi fa cartelli stradali, se no la gente va storta.

 

5. Come è nata la collaborazione con i L.A.S.E.R. e Cali,la quale ha portato alla nascita dei Blasteroids?

Io cerco sempre di misurare le parole e di fare testi con concetti molto chiusi. Diciamo che avevo bisogno di un progetto o un qualcosa che mi sfogasse su questo punto di vista, avevo bisogno di sperimentare facendo un cd su cui non ci fosse scritto il mio nome in copertina, cioè una valvola di sfogo per sperimentare delle tecniche e per provare delle basi totalmente diverse e infatti, alcuni miei pezzi escono dal clichè dei nostri pezzi classici. Ho lavorato con Cali perchè avevo già lavorato con lui per altri progetti, mi ero trovato bene a registrare con lui. Cali è comunque un mc relativamente giovane che ritengo valido e avevo voglia che si esponesse con me su questo lavoro. Ha fatto un disco che si chiama "L'odio del mondo rese l'uomo schiavo dell'amore" che consiglio a tutti, procuratevelo, ascoltatevelo e magari non fermatevi al primo ascolto perchè è veramente valido a livello di scrittura e tecnica vocale e lo ritengo molto interessante e innovativo. Riprendendo il discorso di prima sull'autenticità, è una cosa autentica e fa una cosa che a suo modo può fare solo lui e quindi questo è un valore già di per se. Adesso sta facendo un disco con Shocca in quanto stiamo cercando di fare dei progetti assieme a lui perchè in lui ci crediamo. Con i L.A.S.E.R. la collaborazione è nata perchè uno dei due,Mosf, mi ha fatto sentire delle basi che tendevano all'hip hop e mi sembrava che combaciassero con quello che volevamo fare, anche se in realtà eravamo partiti con un paio di pezzi ma poi abbiamo visto che la scrittura veniva facile e così è nato velocemente il disco. Sicuramente qualcuno storcerà il naso,ma quello che voglio dire è che la mia attitudine, la mia vocazione, è quella di staccarmi dalla norma,per cui la sperimentazione è stata più facile con della roba più electro rispetto che crunk perchè io, dico la verità, se devo andare a ballare una serata vado più facilmente ad una serata electro che ad una crunk. Per me l'hip hop è un'altra cosa, non è il crunk anche se ci sono note fighissime e scritte bene in quello che mi danno grande carica, però io avevo voglia di sperimentare e comunque l'electro ha un'attitudine molto hardcore che sentivo vicina a quello che volevamo fare.

 

6. Rockstar è già una hit . Cosa ti ha portato a scriverla?

Qua volevo portare un paradosso: prendendo una base commerciale, o almeno apparentemente commerciale, e fare un discorso contro la musica commerciale. Purtroppo alcuni si sono fermati in superficie, hanno sentito la base commerciale e hanno detto : "Oh cazzo questi vogliono fare il cash.". Zero, perchè la canzone è autoprodotta e le cose che diciamo nel pezzo sono hardcore, quindi c'era un sacco d'ironia in quel pezzo. Purtroppo l'ironia per sua natura può essere fraintesa, quindi non fermatevi al primo ascolto. Comunque per gli amanti del bum bap hardcore abbiamo già le bombe in cantiere con Shocca,quindi state tranquilli.

 

7. Stai lavorando ad un tuo prossimo album da solista?

Si si, stiamo facendo il disco io e Shocca, sarà un mio album solista anche se uscirà come Mista e Shocca e saremo io e lui che seguiremo ogni pezzo a quattro mani. Insomma aspettatevi una figata.

 

8. Per concludere volevo chiederti una piccola cosa. PARLO COL RAP è una frase che per me sintetizza perfettamente la musica rap, è geniale. Come hai fatto a tirare fuori una perla del genere ?

Diciamo che è proprio una mia attitudine quella di pensare continuamente ai giochi di parole. Ovunque raccolgo degli stimoli cerco di applicarli al rap. 100 Barre, alla fine. è nata un pò da tutte le rime che mi ero segnato,anche se chiaramente non sono riuscito a metterle dentro tutte,però, ho legato con un filo logico tutte le idee che mi ero annotato in macchina, sull'iphone, nell'e-mail, nella scheda della palestra... in quanto io ho rime scritte dappertutto e quando mi metto a scrivere cerco di raccogliere tutti questi mattoni : è come giocare con i lego e cercare di metterli assieme.