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  • Categoria: Interviste

Ensi (One Mic) - Intervista

ensi (one mic)

 

2011, l'anno dei One Mic

Doppia intervista al rapper membro dei One Mic Ensi, che ha risposto alle nostre domande sia via mail che dal vivo in occasione del suo concerto tenutosi il 4 Dicembre al Decimo Secolo a Brescia. Ensi ci ha parlato di ciò che pensa del mondo dell' hip hop, delle sue esperienze di vita e della sua città natale, Torino.

 

1) Che sensazioni provi ogni volta che stai per salire sopra un palco dove ti troverai di fronte una folla che urla il tuo nome e sa a memoria le tue canzoni?

Il rap italiano sta passando un periodo assolutamente positivo e per la nuova generazione di ascoltatori siamo diventati, passatemi il termine, un pò delle "stars" questo è palese e succede pur non avendo larga diffusione fra i media più potenti (radio e tv). Ogni volta che salgo sul palco però, l’energia che mi trasmettono i supporters è una roba che mi lascia spiazzato come se fosse la prima volta. Sentire il calore della gente è una conferma costante, per me raccogliere i frutti non vuol dire solamente avere un video cliccatissimo su youtube, anzi, dal mio punto di vista un fan sotto il palco che canta a memoria le tue canzoni vale più di 100.000 click!
La cosa importante è avere la gente che ti viene a supportare ai live e fortunatamente sia come solista che come One Mic copriamo da Bolzano a Catania un pubblico abbastanza gremito che ci viene ad ascoltare e che ci supporta qualsiasi cosa facciamo. Tutto questo è sintomatico e fa ben sperare per il futuro del rap Italiano in generale, non solo per pochi.

 

2) Come ci si sente ad essere "prima i primi dopo gli ultimi in scaletta"?

Mi riempie di orgoglio e mi fa ben sperare per il futuro. Stiamo costruendo una realtà importante del rap Italiano e penso che il nostro nuovo disco non farà nient'altro che confermare quanto sto dicendo. Abbiamo sempre affrontato tutto con estremo rispetto e dedizione e adesso iniziamo a raccogliere i frutti del nostro seminato. Citando mio fratello Raige: "ama i One Mic, loro sono un gruppo vero che si è fatto un nome da solo, mica sulle spalle di chissà chi"...

 

3) Collabori spesso con artisti minori. Come è lavorare con loro e come è nata la collaborazione con I Fratelli Quintale con cui ti esibirai sul palco questa sera?

I Fratelli Quintale sono una parentesi a parte perchè sono dei ragazzi che conosco da un tot. Li ho conosciuti ad una jam a Bergamo 4/5 anni fa e mi sono subito sembrati dei ragazzi con del talento. Sono un gruppo che io consiglio di andare ad ascoltare e quando ho potuto li ho sempre supportati. Fra le giovani leve sono quelli che rispetto di più assieme ad altri pochi gruppi in Italia.
Quando ero "più piccolo" ho avuto gente che mi ha sempre supportato e che mi ha aiutato a costruirmi. Ovviamente sono venuto fuori con il mio talento e la mia dedizione alla causa ma ci sono state delle persone che fin dall'inizio mi hanno sempre dato una mano. Tralasciando i vari DJ Double S, Walterix e Dj Taglierino, Next One etc. che mi hanno trasmesso un grande amore per i dischi, parlo proprio a livello di rap Italiano. Un sacco di artisti come i Club Dogo con i quali collaboro da anni e mi hanno sempre tirato in mezzo, Jake per esempio era sul primo disco dei One Mic, come Tormento, come Principe, come Mista e tantissimi altri che già quando avevo 17-18 anni hanno riconosciuto il mio talento e hanno collaborato con me permettendomi di usufruire un pò della loro visibilità. Fino ad arrivare a Fish con il quale è nata una grossa amicizia oltre che un ottimo affiatamento artistico.
Penso sia giusto supportare i giovani promettenti. Faccio un esempio tra tanti, Emis Killa: non voglio prendermi la paternità di nulla ma lui stesso riconosce che sono stato tra i primi a portarlo in giro, dalla prima volta che l’ho sentito ho detto che avrebbe spaccato il culo, e non mi sono sbagliato!
E’ sempre positivo quando qualcuno più grande di te, con più esperienza di te e con più visibilità di te riconosce il tuo talento e lo condivide. Qualcuno con me l'ha fatto e li ringrazio apertamente. Oggi dove posso, restituisco! Faccio sempre un grande lavoro di promozione per i gruppi emergenti che meritano e quando possiamo anche attraverso le serate che organizziamo a Milano con DJ Harsh promuoviamo sempre rap underground giovane! Ci sono un sacco di ottime realtà che la gente dovrebbe andare ad ascoltare.

 

4) Cosa ti ha fatto avvicinare al mondo del rap? Come sono nati i One Mic ?

Mi sono avvicinato al rap in maniera del tutto naturale, tra la fine delle medie e i primi anni delle scuole superiori, intorno al 2000. Ascoltavo soprattutto rap Italiano, qualche cassettina che riuscivo a reperire qua e la. Sottotono, area cronica e Articolo. Non avevo idea del mondo che c'era dietro, pensavo che hip hop e rap erano la stessa cosa! Sapevo di un fantomatica "scena" Italiana e prendevo 3 pullman per raggiungere MAURO (negozio dove lavorava Dj Double S), punto di riferimento oltre al teatro Regio dove iniziai a scambiare idee e cassettine con un tot di personaggi. Mi ricordo ancora l'odore degli spray alla prima Jam alla quale andai, i breakers nel cerchio e i primi giri di freestyle, mi flashò in maniera permanente. Ero affascinato da questo ambiente ma a differenza di adesso, dove a partire dall'abbigliamento il rap fa FIGO, in quegli anni se ascoltavi hip hop eri uno sfigato! Io ero il "rappuso" e se non era per il mio carattere forte, in un quartiere come quello dove vivevo ad Alpignano sarei finito per cambiare genere dopo 3 mesi! Invece ho sempre mantenuto la mia passione parallelamente alle impennate in motorino e a fare il tamarro alle giostre.
La cosa che più mi ha fatto avvicinare al rap è stata la forza con la quale potevo dire quello che pensavo. Il freestyle è stato fondamentale, la possibilità di battermi con le parole mi ha sempre affascinato. I One Mic invece nacquero da una formazione improvvisata per un live, alla finale del Tecniche Perfette del 2003.
Io dovevo difendere il titolo per Torino (dopo aver vinto l'ormai famosa gara con Kliffa) e mi chiesero di fare un live oltre alla gara di freestyle (che si concluse con il pareggio con Mondo Marcio). Io non avevo un gruppo, mio fratello Raige usciva da diverse esperienze demo con Rayden e decidemmo di andare noi 3. Improvvisammo strofe a caso su beat a caso ma l'alchimia che si creòfu fortissima. Dopo quella gara storica decidemmo di definire il gruppo.

 

5) Cosa ti ha maggiormente influenzato?

Dapprima il rap Italiano, per i messaggi e per ovvi motivi di lingua. Per la tecnica e il flow lo studio del rap americano, sopratuttodella roba più hardcore, è stato fondamentale. Negli ultimi 5 anni invece devo molta ispirazione alla scena francese, dove trovo roba molto più potente rispetto agli states.

 

6) La tua è una famiglia con il rap nel sangue si può dire. I tuoi due fratelli rappano come te. Come è collaborare con loro ? E Little Flow, anche se di grande talento, non rischia di essere conosciuto come fratello di Ensi e Raige?

Bhè io e Raige abbiamo iniziato praticamente insieme e a parte l'adolescenza più cruda dove ovviamente ci si detestava, dobbiamo tanto uno all'altro. Lil flow non è mai stato spinto in maniera eccessiva da parte nostra per iniziare a fare rap, ha scelto lui di farlo e ovviamente noi lo abbiamo accolto. Da quando ha iniziato seriamente però non ha mai voluto il nostro aiuto, infatti nessuno di noi è nei pezzi del suo ep. Farà il suo percorso con o senza di noi. Se poi vi volete soffermare sul nome che ha sulle spalle senza guardare che ha solo 16 anni e rappa benissimo, allora è un altro discorso.

 

7) In seguito hai conosciuto Big Fish e avete creato l'etichetta Doner Music. Assieme a lui conduci un programma radio su m2o. Non è proprio la radio su cui uno si spettava di trovare musica rap. Cosa vi ha portato a fare ciò?

Il collettivo Doner Music già esisteva prima del mio arrivo a Milano. Precisiamo che non è un'etichetta ma un gruppo di persone che ruota attorno allo studio di Fish che ha come solo obiettivo quello di fare bella musica. BeatBox non è più on air su M2O da questa estate, il programma era molto seguito ma purtroppo non si è presentata l'occasione di continuare con il progetto.

Proprio in questi giorni stiamo cercando di definire la possibilità di spostarci su altre frequenze ma è tutto ancora work in progress. In qualsiasi caso la musica fa la differenza e non la radio. Se facciamo un bel programma possiamo farlo su radio maria o su radio deejay.

 

8) Curiosità personale. Ma ti è mai venuta l'idea di studiare canto e fare pezzi R'n B come affermi all'inizio di Donercore ?

No, mai!

 

9) Come è venire da Torino ed essere comunque un artista di punta di una città dove ci sono altri artisti di altissimo livello?

Con Torino abbiamo un ottimo rapporto da sempre, se siamo quello che siamo lo dobbiamo alla nostra città che è stata una culla fondamentale dell’ hip-hop Italiano. Detto questo le invidie ci sono sempre state e in parecchie situazioni abbiamo dovuto dimostrare tre volte il nostro valore prima di essere riconosciuti da tutti come portavoce della BlackCity.
Vi faccio un esempio mio personale: ho dovuto vincere il 2thebeat per avere il riconoscimento da parte della città, anche se prima di quell'evento avevo già dimostrato a tutti il mio valore. Torino è una città molto viva che è stata determinante per la crescita dell' hip hop Italiano e l'abbiamo soprannominata Black City perchè è una città che di hip hop ha vissuto fin dai primissimi anni 90 grazie a personaggi di assoluto rispetto e di assoluto rilievo per la scena nazionale. I Onemic sono sulla scena dal 2003 e dal 2004 in poi hanno cominciato a far parlare di loro in tutta la penisola, penso che Torino possa vantarsi di avere delle persone come noi che mantengono vivo il nome della città e in tutta Italia quando dici Torino, One Mic è il primo nome che tirano fuori. Noi abbiamo un ottimo rapporto con tutti e rispettiamo tutti quanti dunque fanculo agli haters e fanculo ai nostalgici. Onemic aint nothing to fuck with! Tenete gli occhi aperti però perché ci sono alcune realtà davvero promettenti…

 

10) Infatti ci sono gli Street Fighters che hanno appena concluso il loro primo EP...

Gli Street Fighters sono Remik e Lil flow, quest’ultimo ha la fortuna/sfortuna di essere mio fratello di sangue. La loro è una realtà che si sta ritagliando lo spazio in città fra molte situazioni positive, hanno 16 anni e spaccano davvero il culo secondo me. Ovviamente le invidie del caso li rendono uno dei gruppi più chiacchierati, per il fatto che Lil Flow è fratello mio e di Raige deve sempre dimostrare 3 volte quanto vale prima di essere riconosciuto. Ma ce la faranno a venire fuori perchè hanno del talento vero, sia lui che il socio Remik.
Ne approfitto per ricordare a tutti gli utenti di andare a scaricare il nuovo EP degli Street Fighters che si chiama “La Verità” e lo trovate sulla loro pagina di facebook. Quindi non mancate di andare a scaricare questo prodotto di ragazzi che fanno rap, fanno tutto da soli e spaccano, e basta con sti commenti del cazzo.

 

11) Hai parlato del freestyle che è stato molto importante per la tua carriera da artista. Cosa significa per un rapper essere bravo nel freestyle?

Penso che negli anni in cui ho vinto le gare più importanti come Tecniche Perfette e 2TheBeat il freestyle aveva il massimo della popolarità a livello mediatico. Post 8Mile abbiamo assistito ad un vero e proprio ritorno all’hip hop dopo un periodo di disinteresse assoluto. Sicuramente tutto questo è dovuto al fenomeno “FREESTYLE” che ha interessato i media e quindi le persone a ri-avvicinarsi di nuovo a questo genere musicale. Io ho cavalcato quest’onda positiva nel periodo più positivo e vengo quindi riconosciuto come il migliore freestyler d’Italia. Ci tengo però a precisare che ci sono tantissimi bravi freestylers in giro per la penisola. La mia fortuna è stata quella di essere il migliore nelle occasioni più significative. Il freestyle però non è l'unica prerogativa di un rapper, ci sono un sacco di rapper che sono bravissimi a scrivere e non sono altrettanto bravi a fare freestyle e tanti altri artisti che non sono bravi a lasciare emozioni nelle canzoni ma nell’improvvisazione sono fenomenali. Io penso di essere un rapper completo, le gare i dischi e i numeri lo hanno sempre confermato.

 

12) Visto che noi siamo un portale hip hop e vedendo il successo che ha la tua pagina su Facebook, cosa ne pensi dell'uso di internet e dei social network per divulgare i propri lavori musicali ?

Penso che sia molto importante ma non fondamentale. Non fatevi ingannare dai numeri del web, la vera prova del nove rimane il live e la vendita dei dischi. Conosco gruppi fortissimi che non hanno nemmeno la pagina fan e per contro gruppi che sul web sembrano i take that ma vendono 200 copie e ai loro live ci vanno 50 persone. Purtroppo facebook e youtube sembrano essere il solo modo per misurare la forza di un artista, ma non è affatto così. Pollice su per la facilità con la quale possiamo diffondere i nostri lavori, senza facebook, myspace e youtube ne risentirebbero tutti, da noi a Lady Gaga. Ma non dimentichiamoci che siamo andati avanti per decenni senza questi mezzi e tutto girava alla grande, anzi, più alla grande di adesso!

 

13) Si può dire che Terrone sia stata una grande hit. Cosa ti ha portato a scrivere questo pezzo?

Penso che non ci sia nulla di più "rappresent" di quel pezzo, non ho fatto nient'altro che descrivere la mia realtà. Figlio di immigrati meridionali, in un quartiere di immigrati meridionali. Tutte le periferie delle grandi città del nord sono state "popolate" da Terroni, e noi, terroni di seconda generazione siamo cresciuti in questa maniera. C'è chi mi ha accusato di aver fatto un pezzo pieno di luoghi comuni, io rispondo: meglio i luoghi comuni della propaganda negativa che fa la televisione nei confronti del sud! Il pezzo infatti al sud viene sempre acclamato maggiormente perchè la gente ha percepito il profondo rispetto che nutro verso le origini e la genuinità con la quale ho affrontato il brano. Il resto è conversazione.

 

14) Nel pezzo Cosa Ci Rimane con Entics affermi che la gente vuole "cantare parole senza difficoltà". Vuoi forse affermare che ormai gli ascoltatori non badano più al significato delle parole e al lavoro che c'è dietro ogni singola frase del testo?

Sicuramente il rap italiano oggi come oggi gode di un'ottima salute, a livello di qualità e di diffusione stiamo vivendo una nuova golden age. Questa commercializzazione però fa perdere un po’ la genuinità che si aveva nell’approcciarsi a questo genere musicale che sicuramente ci colpiva per la forza delle parole e del messaggio. Detto questo non voglio fare il nostalgico, preferisco 100 volte l’approccio di oggi che magari è meno profondo ma permette una maggiore diffusione piuttosto che quello super talebano di qualche tempo fa. Poi c’è da dire che questo genere musicale è l’unico al mondo ad avere così tanti sotto-generi e filoni, quindi ognuno può trovare la propria dimensione senza troppa fatica.

 

15) Adesso stai per uscire con il CD dei One Mic: quando uscirà?

Allora le dati ufficiali verranno comunicate attraverso il nostro link ufficiale di facebook che è www.facebook.com/onemicofficial. Non posso darvi nessun tipo di anteprima, comunque ci sono le feste di mezzo e per darvi un'idea il disco non uscirà prima di febbraio. Verrà ovviamente anticipato da un video e quindi da un singolo che noi pensiamo di aver pronto per le prime settimane di Gennaio.

 

16) Per concludere hai qualche consiglio da dare agli artisti emergenti di questo genere musicale?

Voglio citare mio fratello E-Green che si è scritto su una t-shirt “fare rap non è obbligatorio”. Questa è l’unica critica che sento di muovere verso questa scena italiana che purtroppo rispetto al resto dell’ Europa manca di una fascia di soli ascoltatori. Per l'immediatezza con il quale riesci a riprodurre questo genere musicale tutti quelli che iniziano ad ascoltare rap prima o poi finiscono per farlo. Con questo non voglio dire che i ragazzini non devono fare rap, sono per la libertà di espressione. Ma se ci fosse più autocritica forse non ci troveremo sommersi da spam e free download di prodotti che non fanno nient’altro che togliere visibilità a quelli che davvero ne meriterebbero.
Detto questo pace a tutti, ricordo che il disco dei One Mic è in uscita e stiamo caricando un sacco di materiale promozionale sulla pagina ufficiale. Passate a trovarci! One Mic! 2011 è il nostro anno!

 

 

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