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Rise - Intervista

rise beatbox 

 

HIPHOPREC.COM intervista Rise, giovane e talentuoso beatboxer appartenente al collettivo Blocco Recordz che da poco ha firmato con l'etichetta Trumen Records, in collaborazione con The Saifam Group.

 

 

1) Ciao Rise, inizia pure raccontandoci come hai scoperto di avere questa dote del beatbox e come ti sei avvicinato alla cultura hip hop.

 

L'avvicinamento tra me e la cultura hip-hop è stata molto graduale. Già da piccolo ascoltavo un sacco di musica di tutti i tipi.

Una cosa della quale vado molto fiero è di avere una cultura musicale molto vasta e varia fin dai primi anni della mia vita grazie a mio padre.

L'incontro con l'hip hop è stato fortuito. Dai primi anni adolescenziali trovai a casa mia a Cologno Monzese dove sono cresciuto, una mensola completamente piena di dischi e vinili di mio padre acquistati negli anni ‘90 a New York firmati Fugees, Jazzmatazz, 2pac, Mase, Public Enemy. Quindi l'apprezzamento e la passione per questa cultura sono nati di conseguenza.

La scoperta del beatbox è stata una cosa altrettanto casuale ma allo stesso tempo voluta, vi spiego subito il perché. Una volta scoperto l'hip hop volevo farlo anche io, ho sempre odiato "stare a guardare" ma ero un ragazzino in un periodo della mia vita non del tutto facile dove ero una totale mina vagante, facevo mille cose, sport, ero sempre in giro, dipingevo e altre centinaia di cose al di fuori dell'hip hop. Non sono mai stato il classico b-boy pur ascoltando rap dalla mattina alla sera, ma come tutti sanno, quando si fanno troppe cose è impossibile dare il meglio in qualcosa. Amavo la musica e gli strumenti musicali ma non sapevo suonarne neanche uno e odiavo chiunque tentasse di dirmi come fare una cosa, da lì quindi imparai ad utilizzare il computer, strumento a me sconosciuto tecnicamente fino a pochi anni prima e a concentrarmi sulle produzioni, ma non mi piaceva stare in casa rinchiuso quindi non riuscivo ad appassionarmi a 360 gradi alla cosa. L'unico modo figo di fare musica era senza niente, in compagnia, con un po’ di freestyle, ma gli mp3 con le casse che si attaccavano ancora non c'erano e nessuno di noi aveva dei soldi da investire in niente quindi l'unico modo di dare il tempo era con il beatbox. Iniziai a provare da solo, poi insieme ad amici facendo tentativi su tentativi.

La svolta è stata dopo aver imparato a fare il rullante, il suono che dà il battito per tenere il tempo. Da quello ti si apre un mondo perché a quel punto un beat lo sai fare e sai suonare un giro di batteria e dare un tempo ad un mc, ad un cantante che canta a cappella e ti rendi conto che oltre a parlare e cantare puoi suonare con la tua bocca quindi la passione per il beatbox mi ha travolto.

La dote si è sviluppata con tantissimo allenamento, pazienza e grazie anche all'aiuto che internet ormai può darti in tutto quello che fai. Mi confrontavo davanti a youtube con i migliori del mondo e imparavo alcuni dei loro suoni. Da li ho iniziato a dare il massimo e a concentrarmi per diventare un bravo beatboxer cosa che tuttora continuo a fare cercando sempre nuovi obbiettivi che tuttora cerco di raggiungere.

 

 

2) Come è essere uno dei maggiori esponenti del beatboxing italiano?

 

Dai primi beat composti solo da una cassa che seguiva un'altra cassa ne è passato di tempo!

E' una bella sensazione e pur avendo un sacco di impegni e sbattimenti sono contento del percorso che ho fatto e che sto facendo e sono fiero di portare il beatbox ad un livello dove molti, dai più grandi ai più piccoli, possono ispirarsi e magari come me, appassionarsi a questa disciplina.

Ho avuto la fortuna in poco più di 2 anni di fare tante esperienze, dalle prime conventions e battles di beatbox italiano, alle ospitate in tv fino a lavorare con i più grandi dell'hip hop italiano. Lavorare con artisti, grandi o piccoli che siano, solo per stima reciproca e fare buona musica ripagano sempre tutta la fatica che fai quindi posso ritenermi soddisfatto dei risultati fino ad ora raggiunti.

Non mi sono mai sentito e non ho mai sostenuto di essere il miglior beatboxer italiano, ma sono consapevole di credere molto più di altri in quello che faccio e di essere più determinato di molti a raggiungere gli obbiettivi che mi pongo, credo sia questa la mia forza. Diciamo che "se devo fare una cosa la faccio bene" e se la gente dice questo di me, posso solo ringraziare tutti quelli che mi seguono e che contribuiscono con me alla spinta del beatbox nel nostro paese. Ovviamente gli haters non mancano mai, ma tutto serve a qualcosa, in positivo e in negativo, i secondi ad esempio ti ricordano sempre cosa tu sei riuscito a fare a differenza loro e quanto ad alcuni può dare fastidio. Questo oltre a farmi un po’ rabbia, perché non concepisco l'invidia se non quella positiva. Però le critiche mi danno la forza di spingermi sempre più avanti per vedere dove il beatbox può arrivare, anche in un paese di sordi come il nostro.

 

 

3) Come si sta evolvendo in Italia secondo te quest'arte che grazie anche a te sta prendendo più visibilità?

 

A parer mio si sta evolvendo abbastanza bene. Quando ho iniziato a fare le prime serate vedevo facce ed espressioni  attonite e totalmente sorprese di una cosa che non avevano mai sentito e che probabilmente non avrebbero mai saputo che si potesse ricreare con il solo uso del proprio corpo. Ora c’è sempre lo stesso stupore ma più passione e presa bene. La gente ora sa cos’è il beatbox, si diverte ad ascoltarlo.

non mi tocca più sentirmi dire cose tipo "il beatbox, cos’è? Una nuova arte marziale?"! Una volta, sceso dal palco dopo uno showcase, mi è stato chiesto "ma quand’è che inizi!?"… per me, un grandissimo complimento… ahahah!!! Dico che quest’arte si sta evolvendo abbastanza perché pur girando molto, favorito anche dal momento buono che il rap italiano sta vivendo, mi dispiace vedere che c’è ancora gente con una mentalità chiusa, che parla troppo e fa poco quando molti altri potrebbero applicarsi e contribuire con me alla diffusione del beatbox in Italia.

Se sei una persona aperta umile e pronta a metterti in gioco puoi arrivare ovunque  nella vita, e così è anche per un artista. Ovviamente devi avere dote e talento, ma per la maggior parte un bravo artista si vede dalla sua testa, dalle scelte che fa. Così è anche per la diffusione del beatbox.

Se questo paese di sordi decidesse di svegliarsi e di aprire le orecchie il beatbox arriverebbe ovunque.

È una cosa "disumana", quasi magica a sentirla da fuori e piace a chiunque, bravo o non bravo che tu sia, quando un bambino di 5 anni o un signore di 80 anni ti ascolta fare beatbox, non riesce a credere alle proprie orecchie. I buoni propositi ci sono, vedremo solo con il tempo quanta visibilità riuscirà a raggiungere questa disciplina.

 

4) Da cosa trai ispirazione per creare dei suoni nuovi?

 

I primi passi sono cercare di "copiare" e "riprodurre" i suoni degli strumenti musicali esistenti e nella "riproduzione in sequenza" di diverse tipologie di suoni e strumenti per riprodurre uno specifico "genere musicale".

Ormai i suoni nuovi arrivano con l'allenamento e quasi casualmente. Ad un certo punto, dopo anni che fai beatbox, diventa una cosa totalmente istintiva e naturale, lo fai senza accorgertene e ti alleni per ore al giorno senza rendertene conto. diventa come parlare e ti accompagna totalmente per tutta la giornata.

Quindi facendolo, provando nuovi giri di batteria e trick nuovi, spostando aria e labbra in centinaia di diverse posizioni per riprodurre i diversi suoni spesso ne scopri di nuovi che ti possono aiutare a riempire il beat, ad abbellirlo o per respirare, o entrambe le cose.

Ovviamente spesso ne ricerchi molti e ti soffermi su uno fino a quando non esce giusto e pulito, altre volte esce spontaneamente, ti stupisci e lo ricerchi in testa fino a quando non lo riproduci perfettamente. So che non facendo beatbox non è facile da capire, ma spero di essermi spiegato abbastanza bene. Se si prova a fare beatbox ci si accorge subito che la parte più difficile non è la riproduzione del singolo suono ma la concentrazione e la velocità di pensiero che ci vuole per mettere un singolo suono dopo l'altro nella giusta sequenza, un po’ come il freestyle.

Ci tengo a dire che tutti fanno beatbox, il semplice cantare una melodia è una forma di beatbox. Fatto come lo faccio io è solo un approfondire la cosa, ma siamo tutti beatboxers… (adesso creo un piccolo esercito di pazzi beatboxer con questa rivelazione e facciamo una rivoluzione, ahahah!)

 

 

5) Parlaci un pò della sezione "Beatboss everywhere" che hai creato sul tuo canale ufficiale di youtube.

 

È un bel po’ che avevo in mente di farlo. Fino ad oggi ho usato il mio tempo per espormi il più possibile, i concerti con la mia crew, la Blocco Recordz, e con Emis mi hanno dato un sacco di fiducia e mi hanno aiutato a far girare il beatbox in Italia. Ho lavorato prima ancora con i Two Fingerz, sono stati loro a "scoprirmi", abbiamo prodotto assieme "Hey deejay" nell'album "Il disco nuovo" che mi ha dato un grandissimo supporto, fino ad arrivare ai Onemic con la collaborazione nel loro disco ufficiale "Commerciale" e a collaborare in molti live facendo infuocare i palchi con freestyle e beatbox.

Una cosa che ci tengo a mettere in chiaro è che ho lavorato con un sacco di artisti solo per stima reciproca, non ci sono complotti di successo, o altre storie di cui sento parlare. A volte le cose sono molto più semplici di come la gente se le aspetta.

Dopo aver fatto beatbox dal vivo, mi sono accorto che sul web c'erano solo video fatti da fans con cellulari con riprese e audio di una qualità molto scarsa, quindi ero molto presente dal vivo ma poco a livello di web. I video dei singoli usciti con mie collaborazioni non mostravano a pieno le mie qualità come beatboxer ma più come beatbox producer, quindi l'uscita della puntata di "freestyle roulette" con Ensi mi ha aperto gli occhi. La puntata è stato un successo...

Da li ho fondato "beatboss everywhere", una piccola catena di beatbox freestyle crudissimi. Il beatbox è esattamente come lo farei davanti a chiunque, con sbagli e imprevisti, va ascoltato per prendersi bene e basta, proprio come dovrebbe essere la musica in generale.La cosa sta andando bene, il progetto mi diverte pur essendo abbastanza impegnativo a livello di tempistiche. La gente lo aspetta e fa piacere poter regalare qualcosa di concreto a chi mi segue, anche perché sono loro a fare gran parte del lavoro! Quando escono dei prodotti aperti al pubblico è come se nascessero delle collaborazioni tra l’artista e chi supporta!

 

6) Tu che fai della musica con l'uso esclusivo della bocca, cosa ne pensi delle nuove contaminazioni musicali che stanno coinvolgendo il rap italiano e non solo?

 

Come ti dicevo io ascolto veramente un sacco di generi, ovviamente solo di buona musica soggettivamente parlando, anche perché per un beatboxer gran parte dell'allenamento sta nell'ascoltare tanto ed assorbire tante news del mondo della musica.Ho iniziato ad ascoltare rap a 12 anni, molti rapper che ascoltavo non rappano più, con molti altri ho avuto il piacere di lavorare. Come cambiano i tempi, come cambiano le esperienze da 12 a 20 anni. È  giusto che cambi anche il modo di fare e concepire la musica, come dice fibra "cosa sono uno stereo che riproduce sempre le stesse cose!?"Il cambiamento lo apprezzo, i vecchi pezzi mi trasmettono ancora tante emozioni ma ti confido che mi annoia ascoltarli.

Il nuovo modo di produrre e di rappare, ovviamente se fatto bene, cito pertanto Emis Killa, Marracash, Salmo, Two Fingerz, Onemic, Club Dogo, ognuno di questi artisti ha un modo differente di fare musica, ognuno ovviamente contaminato da quello che più gli piace ascoltare e fare… ma tutti a loro modo spaccano il beat.

Il Rap italiano sta andando forte per tanti motivi ma soprattutto a parer mio, perché la gente sta aprendo le orecchie e soprattutto la testa. Non c’è più la mentalità chiusa di un tempo del b-boy sfigato e vestito male con problemi sociali che fa rap.

Ora conta la musica, il rap si fa portatore di concetti crudi e veri, è lo stile di musica più sincero che esista. L’evoluzione musicale anche a livello di produzioni sta crescendo moltissimo, se la musica è fatta bene, piace a chi sa ascoltare e per fortuna sembra che il numero di veri ascoltatori in Italia si stia allargando sempre di più. In conclusione mi piace il rap di oggi, sono super fan del rap americano, più è crudo e tamarro alla "Ross" più mi piace, ma ripeto, ascolto di tutto, da fenomeni come skrillex a classici come Coltrane e Ludovico Einaudi…di tutto.

 

 

7) Quali sono i tuoi prossimi progetti?

 

Il mio prossimo progetto sarà il mio disco ufficiale che uscirà quest’anno con l'etichetta Trumen Recordz in collaborazione con The Saifam Group. Questa è una super news, ho firmato pochi giorni fa con questa etichetta discografica che mi ha dato interesse e delle buone basi per far uscire nel modo migliore possibile un disco come il mio che non è mai stato realizzato in Italia. Il disco è già in lavorazione da parecchio tempo, lo sto realizzando al Karmadillo studio con Danti che mi sta seguendo artisticamente e si tratterà di un lavoro con intere produzioni con solo suoni in beatbox, quindi provenienti da me stesso e da nessun'altro strumento e all'interno ci saranno molti rapper. La Blocco Recordz resta sempre la mia crew e nel progetto ho avuto modo di collaborare con molti di loro. Il concetto del disco è provare che si può fare musica anche senza essere in studio, senza corsi musicali a pagamento e senza alcuno strumento. 

 

 

8)Info, contatti e saluti.

 

Ringrazio e saluto lo staff di HIPHOPREC.COM, big up!!!

 

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Matteo
Author: Matteo
"è l'Hip Hop che sta ingoiando la mia vita dal di dentro" (Madbuddy)".