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Aban racconta la sua Ordinaria Follia

Aban

 

HIPHOPREC.com intervista il rapper leccese Aban, da poco fuori con gli album Ordinaria Follia The Good Side e The Bad Side per la sua label Sud Est Records.

 

1. Ciao Aban. Quest’anno nel giro di tre mesi sei uscito con due dischi: Ordinaria Follia The Bad Side e Ordinaria Follia The Good Side. Come mai la decisione di fare questa divisione e quale concept c’è stato dietro a tale realizzazione?

Ciao, in realtà i tempi di produzione sono stati leggermente più lunghi ma è stato meglio così, ho avuto modi di rifinire con accuratezza ogni traccia del disco.

Subito dopo l'uscita di Nessun Rimorso sono stai tempi abbastanza duri sia dal punto di vista lavorativo economico, sia dal punto di vista mentale data la situazione politica e sociale oramai portata all'estremo che abbiamo vissuto in questi ultimi anni in Italia.

Proprio in questo periodo così confuso ho iniziato a scrivere a rota, assorbendo come sempre le emozioni da quello che vivo e ricacciando tutto sul foglio senza nessuna remora.

Mi sono ritrovato dopo un anno con i mano più di trenta pezzi, tutti molto diversi uno dall'altro, ma già dal primo ascolto completo sembravano palesemente divisi tra due lati distinti: la bad side con testi molti più personali o strettamente legati al sociale, su strumentali oscure o riflessive; la good side invece è indirizzata verso concetti più generali e vari rispetto alla bad includendo oltretutto la maggior parte dei featuring del disco.

Diciamo che in poche parole ci tenevo sulla bad a dire tutto il cazzo volevo e sulla good sempre a dire tutto il cazzo che volevo ma in maniera caleidoscopica, sia letteralmente che musicalmente parlando.

 

2. Qual è la parte che maggiormente rappresenta Aban: la bad o la good side?

A mio parere sicuramente la Bad Side, ma se dovessi guardare dall'esterno il disco credo che la percentuale sia perfettamente bilanciata tra Bad e Good.

 

3. Hai affermato che “Ordinaria Follia è lo stato mentale che porta un singolo individuo fuori dalle linee guida della società odierna”: come vedi tu la società italiana di questo ultimo periodo?

La situazione italiana è semplicemente sull'orlo del baratro, sul punto del non ritorno direi. Possiamo ripetere all'infinito "la colpa è dei politici, è dello stato, dell'informazione manipolata, etc, etc," ormai lo sappiamo sappiamo tutti e molto spesso però ce ne facciamo scudo per non sentirci responsabili.

Più andiamo avanti più mi faccio consapevole del fatto che è colpa nostra prima di tutto, di noi cittadini italiani che in fondo in fondo ci abbiamo marciato fin quando ci ha fatto comodo, con i politici, regalando il nostro voto alla migliore promessa fatta dal politico e con il sistema criminale sfruttandolo quando più era opportuno o nel momento in cui lo stato non arrivava a proteggerci o a sfamarci, per poi condannarlo quando era ora di salvarsi il culo.

C'è bisogno di "fare", basta parole, basta con gli ennesimi movimenti politici creati per raccogliere le fasce  che stanno per esplodere, illudendoli con l'ennesima figura di un salvatore pronto a dirgli tutto ciò che vogliono sentirsi dire.

Basta farsi prendere in giro consapevolmente perché non si ha il coraggio di assumersi le proprie responsabilità e ci fà comodo aggregarsi alla massa, di qualunque bandiera essa sia. Ognuno di noi deve essere pronto a perdere e a rischiare un pezzo del nostro "benessere" da italiani pigri, dobbiamo giocarci quelle cose di cui siamo diventati schiavi e con le quali ci fanno vivere sempre in bilico, sempre con addosso il terrore di poter perdere "quel poco che ci è rimasto" che in realtà' non sono altro che le briciole a confronto di ciò che spetterebbe ad ognuno.

Bisogna cominciare a guardare oltre l'Italia, bisogna rendersi conto che il mondo è totalmente cambiato e parte di questo è già organizzato e proiettato verso un futuro di completa globalizzazione. Le nazioni più influenti, le loro banche, le multinazionali più potenti del mondo e i loro padroni lavorano da anni sotto i nostri occhi a un progetto governativo totalitario, non serve un genio per accorgersene. Tutto questo ovviamente con il tacito consenso di chi dovrebbe proteggere e servire. Quando cominci a ragionare su cose del genere, quando ti addentri al di là di quella che è la realtà che loro proiettano, allora per loro sarai un "folle" ed è proprio lì che inizia l'Ordinaria Follia.

 

4. Tu sei stato colpito da vicino dalla vicenda The Orthopedic visto che il brano Ne Schiavo Ne Padrone è stato “prodotto” da lui. Cosa hai provato quando sei venuto a sapere di tutto ciò? L’hai più sentito?

Guarda poteva andare molto peggio dato che su trenta pezzi ne trovi solo una. "Fortunamente" mi trovai già in contrasto ai tempi per alcune situazioni spiacevoli che si vennero a creare in merito alla vendita del live di un noto artista d'oltreoceano. Quello che penso io non ha importanza, anzi ti racchiudo tutto in una frase di Deal Pacino che trovi sulla good side nel pezzo Gli Ultimi Rimasti: "Qui la verità è carnefice chi è falso si sputtana."

 

5. Ogni volta che realizzi un pezzo con Noyz Narcos fate impazzire i vostri fans e i contatori di YouTube. Non avete mai pensato a lavorare assieme per un progetto?

Ogni tanto quando smontiamo e rimontiamo le sigarette, tra una ipa e uno jager ne parliamo, ma solo in questi frangenti. A parte gli scherzi, un paio di volte è capitato di affrontare il discorso ma solo idealmente.

Una cosa è certa, sarebbero cazzi per tutti. Mai dire mai!!!

 

 

6. Nel 2007 hai fondato la Sud Est Records, prima etichetta indipendente del Salento con sede a Lecce. Come sta andando e quali sono , se ci son state, le difficoltà che hai trovato lungo questo percorso?

Ora diciamo che le cose vanno più che bene, anche se abbiamo avuto come già ti accennavo prima momenti abbastanza duri. Giù al sud non è una novità che girano meno soldi, si vendono meno dischi, meno merchandise, meno live che tradotto vuol dire meno produzioni discografiche, poca pubblicità, costi di gestione sempre presenti e lo spettro della crisi sempre col fiato sul collo.

Essere un etichetta indipendente oggi e trovarsi contrapposte le major come concorrenti sia a livello di presenza che di vendita sul mercato, significa davvero scontrarsi con dei giganti dal punto di vista competitivo, sopratutto nel panorama hip hop italiano che è davvero limitato rispetto alle altre nazioni.

Una cosa è certa, produrre un disco solo con le proprio forze, dalla scrittura fino alla produzione esecutiva è già una soddisfazione impagabile, immagina poi quando ti alzi una mattina e te lo ritrovi terzo in classifica su itunes con tutti i benefici annessi, credo che un artista major che si limita a scrivere i suoi testi non avrà mai la più pallida idea di cosa voglia dire davvero "FARE UN DISCSO".

 

7. Qual è l'album o la canzone che ti ha fatto dire “amo l’hip hop”?

CNN - War Report

 

8. Quali sono, invece, le canzoni che possiamo trovare nel tuo lettore mp3 in questo periodo?

Hell Rell, Pusha T, French Montana.

 

9. Hai già in cantiere dei progetti per il futuro?

Si sono già al lavoro con Big Dega sulla preparazione di un disco targato Sud Est Records che conterrà tutti gli artisti dell'etichetta e i gli affiliati. Grazie dell'attenzione e belle domande. 

 

10. Info, contatti e saluti.

Saluto tutto il team che da sempre è alle mie spalle in ogni produzione, qualunque sia la distanza e sopratutto chi da sempre supporta la nostra musica a spada tratta.

 

 

Matteo
Author: Matteo
"è l'Hip Hop che sta ingoiando la mia vita dal di dentro" (Madbuddy)".