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  • Categoria: Recensioni
  • Scritto da Gianluca

E-Green - Beats and Hate (recensione)

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Bogotà, Detroit, Varese. Mettendo l'una dopo l'altra in fila queste tre realtà mondiali, si comprende come esse abbiano ben pochi elementi in comune. Questo incrocio rappresenta l'incontro della tradizione "indios" con il mondo nordamericano prima e con la cultura europea poi. Eppure proprio da quest'incrocio cosi paradossale parte la storia di Nicholas Fantini. Nelle vene di Nico scorre "indio e coloniale", un mix letale che lo porta ad esplodere da ragazzino. Ma lui, e in questo sta la grandezza prima di tutto dell'uomo Nicholas, riesce a trasformare quest'odio che cova dentro l'anima in rabbia da sfogare. E quale miglior strada da intraprendere se non quella del rap? E da Varese parte la sua scalata verso la vetta, un percorso ad ostacoli pieno zeppo di merda in cui ci sono inizialmente poche persone a credere in lui. Ed è proprio in quel momento che "nasce" E-Green, rapper tra i più apprezzati oggi giorno. La crescita del rapper di Varese negli anni è stata incredibilmente spaventosa e, riascoltando con attenzione tutti i lavori precedenti "Il cuore e la fame", ci si rende conto di tutta la strada fatta per arrivare a questo livello. Una strada fatta di gavetta, di passettini piccoli che hanno portato all'evoluzione prima dell'uomo e poi del rapper. L'entrata in Unlimited Strugglee l'uscita dell'album "Il cuore e la fame" hanno rappresentato sicuramente un punto d'arrivo per E-Green, un momento in cui finalmente riuscire a far sentire con forza il proprio rap. Evoluzione continua e costante dunque, anche nel momento in cui lascia Unlimited Struggle e annuncia l'uscita di un nuovo album per la fine del 2015, "Beats & Hate"!

Questo non è album come tutti gli altri, ma è l'album che probabilmente (o forse no) segna un punto di svolta nella storia del rap italiano. L'obiettivo di questo scritto è proprio quello di analizzare questo ultimo album uscito l'1 Novembre 2015 e chiedo scusa a tutti i lettori per la lunga introduzione, ma un album del genere non può esser capito se prima non si fa un preludio del genere.  E-Green, nel momento in cui lascia Unlimited Struggle, decide di non affidarsi più ad etichette per vendere e promuovere il suo disco scegliendo la via dell'autoproduzione. C'è uno strumento mondiale chiamato "Musicraiser" che serve proprio a questi artisti che decidono di autoprodursi un lavoro, ed è uno strumento che (prima di questi 2 mesi) in Italia non aveva mai sfondato. Scelta decisamente rischiosa, ma non per chi da anni si fa il culo tutti i santi mesi sui palchi di tutta Italia. Non per chi è riuscito a costruire un rapporto prima di tutto personale con i propri fan. Tutti questi elementi stanno alla base del successo mostruoso che ha avuto il crowdfunding del nuovo disco di E-Green, capace di raccogliere ben oltre 66 mila euro con questa iniziativa! Fin ora abbiamo discusso del percorso di Fantini fino a "Beats & Hate", ma l'album avrà rispettato le immense aspettative createsi in quest'anno di attesa?

"Beats & Hate" sostanzialmente "non parla di un cazzo" (semicit.), ma è proprio li la sua forza: E-Green riesce a creare un immaginario nell'ascoltatore anche senza parlare di temi specifici, just spittin'! E' sempre il solito Fantini, l'unico che resta "lo stesso pur essendo diverso da ieri", e non è assolutamente un male. Lo stesso che ribadisce con forza di non fare musica, sputando il concetto con tutta la forza che ha in corpo, lo stesso che appare solidamente intoccabile per 3/4 di disco per poi mostrarsi in tutta la sua fragilità nell'ultima parte dell'album (pezzi come "26 dicembre" e "Il grande freddo" scavano un solco profondo all'interno del disco). L'unico punto "debole" (anzi, deboluccio, ma è solo un parere personale) del disco sono i beats (in cui compaiono personaggi del calibro di Mace, Cope, Big Things, Lunar,The Ceasars, Big Joe e Pat Cosmo) forse perchè sono ancora troppo abituato a sentire la voce di E-Green sui suoni pieni di calore che caratterizzavano i suoi lavori precedenti. Sta proprio qui la maggior differenza con "Il Cuore e la Fame": quel disco suonava grandioso perchè c'era un contesto intorno a Fantini che permetteva la riuscita di quel progetto con quel tipo di suono. Erano i beats a delineare principalmente la fisionomia del rap di E-Green. Questo disco invece rappresenta E-Green al 100% senza nessuna influenza, spontaneo al massimo e che in certi pezzi riesce a esprimere se stesso ancora di più di come ha fatto finora, e in un certo senso è come se avessimo avuto solo adesso il primo vero disco solista di E-Green.

In definitiva, ad oggi "Beatz & Hate" è decisamente l'album dell'anno, e rende ancora di più l'idea il fatto che sia uscito nello stesso anno in cui rapper come Marracash e Fibra sono tornati ai fasti di un tempo. "Beats & Hate" va oltre qualsiasi album di rap uscito fino ad ora non solo in quest'annata fortunata, ma probabilmente anche negli ultimi cinque anni, sia per i motivi analizzati nella prima parte della recensione, sia perchè E-Green è un fottutissimo campione su quel mic, e posso dire con abbastanza sicurezza che non c'è nessuno al suo livello in Italia oggi.

 

Gianluca
Author: Gianluca
"Money never made me, money never played me!" (M.O.P).

E-Green - Beats and Hate (recensione) - 5.0 su 5 basato su 2 reviews