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  • Categoria: Recensioni
  • Scritto da Gianluca

Kiave - StereoKilling (recensione)

Kiave_StereoKilling

Valutazione attuale: 4 / 5

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Gennaio 2016, proprio su queste pagine mi trovavo a scrivere di “StereoTelling”, uno dei primissimi album dell’anno ad opera di Mirko Kiave. Mi è piaciuto moltissimo come album, anche se non mi ha “sconvolto” come altri album passati del rapper calabrese; era come se mancasse quel qualcosa che tramuta un buon album in un grande album, l’elemento finale e definitivo. Forse, a dodici mesi di distanza, quell’elemento lo abbiamo trovato: infatti il 16 dicembre è uscito “StereoKilling”, secondo capitolo della saga iniziata con “StereoTelling”. Andiamo a scoprire di cosa si tratta!

“Ho iniziato col rap non per diventare una star famosa,ma per sentirmi parte di qualcosa, la conoscenza che mi guida in ogni circostanza contro la conoscenza di Wikipedia dell’iPhone in tasca!”

Mani sporche” è il manifesto di questo nuovo progetto. La provocazione del “Kiave odia chi parla di se in terza persona” lascia spazio ai motivi che spinsero il rapper calabrese a provare le prime rime: sentirsi parte di qualcosa, uscire da un microcosmo che spesso rischia di bruciare menti brillanti, dare senso alla propria esistenza e lasciare un segno. Ma non c’è solo questo: nel pezzo c’è una pesantissima critica alla società moderna, parossisticamente ignorante, che crede di riuscire a colmare i propri vuoti di sapere informandosi su Wikipedia, simbolo della superficialità odierna.

“Chi mi ridarà il tempo perso in un contesto fondato sull’incesto? Tutti fratelli fra fellatio reciproche, grandi famiglie fra inculate reciproche. Chi mi ridarà il tempo perso in attesa di un segno da un universo avverso, bruciando pellicole ridicole temendo il giudizio di Tisifone!”

Il tempo perso scandisce una nuova fase della narrazione di Kiave in “Il tempo uccide”, una fase in cui gettare via il proprio tempo diventa un vero e proprio peccato capitale. Andare oltre “l’universo avverso” e fare, non aspettare il caso, ma rimboccarsi le maniche e lasciare un segno.

“Ora Milano ed è qui che resto, anche spesso detesto il fashion. Ho le serate, le public relation, non sono capace come con la playstation, ma Mista mi ha passato un gioco nuovo, stasera lo provo anche se Sabato non esco, ma poi butto giù un po’ di rum, metto un beat in loop e scrivo un testo!

Asociale” racconta un po’ il vagare di Mirko, il suo passaggio da “Cusè” al quartiere pieno di fascisti di Roma, finendo con il passaggio a Milano per cercare di ottenere qualcosa di più dalla sua più grande passione, la musica. Tuttavia, Milano è città in cui una personalità cupa rischia di rimanere intrappolata nei cerchi dell’effimero, e come uscirne fuori se non mandando “tutti a fanculo” con un bel pezzo? Di rapper italiani ne ho ascoltati tanti, nessuno di questi ha lo stesso amore viscerale di Mirko Kiave.

Per quanto riguarda le collaborazioni, troviamo Gheesa, Freshbeat, Raiven, Don Diegoh e Blo/B, in una bella combinazione che rende il progetto più agile e scorrevole.

In conclusione, “StereoKilling” porta a compimento un percorso lungo quasi 365 (anzi 366, è bisestile) giorni nel quale il rapper calabro è riuscito a trovare una buona evoluzione al suo modo di fare rap pur rimanendo attaccato al motivo principe per cui si inizia a rappare: l’amore per l’hip hop.

 

Gianluca
Author: Gianluca
"Money never made me, money never played me!" (M.O.P).

Kiave - StereoKilling (recensione) - 3.5 su 5 basato su 2 reviews