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  • Categoria: Eyes On The Game
  • Scritto da Klaus Bundy

Straight Outta Compton: un'occasione mancata

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Straight Outta Compton” è ormai uscito nelle sale italiane da quasi un mese, e la sua avvincente storia ha già conquistato un ben nutrito numero di fans, abbagliati dall’eroico miracolo suburbano compiuto dai famigerati N.W.A.

Per l’Italia, così come per tantissimi altri paesi al di fuori degli Stati Uniti, è la prima volta che una realtà legata a doppio filo con la storia della musica rap viene riportata sullo schermo, e sembra certo che – da questo momento in poi – la cultura Hip-Hop sarà argomento di studio e dibattito per nuovi e giovanissimi adepti, più o meno convinti.

In realtà, in termini di stretta divulgazione culturale, “Straight Outta Compton” costituisce forse una delle occasioni mancate più plateali che si siano mai viste. In un periodo storico di evoluzione stilistica e contenutistica, l’Hip-Hop avrebbe avuto bisogno di un prodotto dal sapore vintage che si facesse carico di mostrare alle nuove generazioni quale fosse la via da perseguire, plasmandole e dandole una base solida sulla quale costruire un futuro migliore; al contrario, il film gioca la carta della fiction, lasciando intendere che la storia può essere distorta a seconda delle esigenze cosiddette “pop”.

Il messaggio che passa, quindi, è profondamente negativo.

Ciò che sta accadendo in questi ultimi anni, purtroppo, riflette la mancanza di valori ai quali aggrapparsi con fede: la maggior parte degli artisti, specie quelli premiati con rotazioni continue su radio e network televisivi, non è spinto nel fare ciò che fa da sentimenti responsabili nei confronti della cultura che rappresenta, bensì dal mero desiderio di arricchimento e di compiacere alle major discografiche; estrapolando queste parole dalla banalità che possono richiamare, si tratta davvero di un’emergenza sociale, e la salvaguardia dei dogmi imprescindibili dell’Hip-Hop è un dovere per chiunque senta la vocazione di farne parte. La musica rap, si sa, non è altro che uno squillante megafono, e riflette lo stato di salute di chi vive secondo determinati princìpi. In questo senso, anche un film come “Straight Outta Compton” avrebbe potuto essere d’aiuto, soprattutto grazie all’enorme cassa di risonanza data dai generosi investimenti hollywoodiani; le lacune di questo film, però, sono tante, e ci mostrano quanto il sapere sia estremamente prezioso per forgiare i cuori e le menti di chi, oggi e domani, avrà il delicatissimo compito di farsi portatore della dottrina.

La storia degli N.W.A, per molti aspetti, è emblematica, e racchiude molto del senso più profondo dell’Hip-Hop come movimento: un gruppo di giovani provenienti da Compton, poveri e discriminati, riesce ad abbattere i muri dell’emarginazione, utilizzando il rap come arma per far tremare i piani più alti del sistema. Per fortuna, almeno la morale della vicenda non è stata alterata, ma non possiamo pensare che questo basti: i Niggaz Wit Attitude erano composti da personalità distinte, dominanti, ed erano circondati da alcune persone che, nel bene o nel male, hanno permesso che quanto arrivato a noi accadesse; manipolare anche il più piccolo dettaglio nel nome dell’estetica significa ingannare le masse, con il risultato di diffondere ignoranza e gettare ancor più nella confusione chi già fatica a comprendere la serie di eventi che ha permesso al rap di crescere e prosperare negli ultimi venticinque anni.

Nel film, diretto da F. Gary Gray, imprecisioni ed anacronismi si rincorrono senza sosta, ed è davvero impossibile elencarli tutti, anche perché non esistono documentazioni che testimonino in chiave diversa alcuni degli episodi messi in scena; tuttavia, tanti altri avvenimenti sono stati deliberatamente falsati, nonostante le informazioni riguardanti questi ultimi siano virtualmente alla portata di tutti. Eccone un elenco particolareggiato.

- Eazy-E non fu convinto da Dr. Dre ad entrare nel business musicale: l’ex spacciatore di Compton aveva già intenzione di fondare una casa discografica (che sarebbe poi diventata la Ruthless Records) nella seconda metà del 1985, ben prima di conoscere Dre.

Jerry Heller non pregò mai Eazy-E di mettersi in società con lui, bensì il contrario: Eazy pagò di tasca propria Alonzo Williams della World Class Wreckin’ Cru (gruppo di cui facevano parte Dr. Dre e DJ Yella) affinché gli presentasse Heller, il quale lavorava come manager del gruppo. Nel marzo del 1987, Eazy e Heller fondarono la Ruthless Records.

Il film non accenna minimamente alla violenta faida tra Eazy-E e Dr. Dre: tra il 1992 ed il 1993, Eazy rilasciò due EP (rispettivamente “5150: Home 4 tha Sick” e “It’s On (Dr. Dre) 187um Killa) nei quali il produttore venne attaccato da ogni angolo; quest’ultimo, poi, rispose con la canzone “Fuck wit Dre Day (And Everybody’s Celebratin’)”, contenuta nell’album “The Chronic”, della quale non viene fatta ascoltare nemmeno una nota.

Dr. Dre non era il bravo ragazzo che viene fatto apparire nel film: fino al 1991, Dre entrava ed usciva regolarmente di prigione per reati di ogni tipo, dalla guida in stato di ebbrezza al mancato pagamento delle rate della macchina. Assente l’episodio del pestaggio della giornalista Dee Barnes, che scioccò l’opinione pubblica.

Eazy convinse Dr. Dre a lavorare per lui dopo aver pagato la cauzione per farlo uscire di galera: finito dietro le sbarre per l’ennesima volta, Alonzo Williams decise di lavarsene le mani, e fu Eazy ad offrirsi per il pagamento della cauzione, a patto che Dre lavorasse per lui. Nel film, sembra che i due siano amici d’infanzia.

- L’idea di formare la Death Row Records appartiene a The D.O.C., il quale consigliò a Dr. Dre di creare un triumvirato che gli avrebbe permesso di lasciare la Ruthless Records e mettersi in proprio.

Non ci sono fonti che documentino che Suge Knight abbia messo le mani addosso ad Eazy-E per costringerlo a firmare la liberatoria di Dr. Dre: sia Eazy che Jerry Heller (che nella scena non compare nemmeno) hanno sempre raccontato di aver subito minacce con mazze da baseball, mentre la figlia di Eazy ha recentemente detto che il padre sarebbe stato indotto alla firma con una pistola, ma nessuno ha mai menzionato quanto riportato nel film.

-  La scena in cui compare Tupac Shakur è totalmente anacronistica: “Hail Mary” (che Tupac sta registrando quando Dr. Dre entra nello studio) fu scritta soltanto nell’Agosto del 1996, quando Dre aveva lasciato la Death Row e non era più in buoni rapporti con i suoi ex colleghi; la scena, in teoria, sarebbe ambientata alla fine dell’anno 1994, cioè quando Tupac si trovava a New York per il processo per violenza sessuale, dopo il quale sarebbe rimasto dietro le sbarre per undici mesi e mezzo. Nella medesima scena, inoltre, Dr. Dre propone al rapper il beat di “California Love”, nonostante i due avrebbero lavorato a questo brano soltanto nell’autunno del 1995, cioè quando la storia di Eazy e degli N.W.A. era già conclusa da un pezzo.

Eazy-E, Dr. Dre ed Ice Cube si riappacificarono davvero soltanto quando Eazy era già morente sul letto d’ospedale. Dre e Cube furono gli unici a mettersi alle spalle l’astio poco dopo lo scioglimento degli N.W.A, verso la fine del ’93 (quando collaborarono al brano “Natural Born Killaz”, contenuto nella colonna sonora del film “Murder Was The Case”).

Nel film, sembra che Eazy-E sia stato l’unico a volersi scagliare contro Ice Cube per la scelta di quest’ultimo di lasciare gli N.W.A, mentre in realtà tutti – compreso Dr. Dre – contribuirono ad alimentare la macchina del fango nei confronti del rapper, alimentata fino allo scioglimento del gruppo, nel 1991.

Eazy non svenne mai nello studio di registrazione a causa dei sintomi dell’AIDS: il ragazzo scoprì di essere gravemente malato soltanto nel febbraio del 1995, in seguito ad alcuni controlli per quella che pensava fosse una banale bronchite.  

Si sapeva, d’altronde, che scrivere un film sugli N.W.A sarebbe stata un’impresa tutt’altro che semplice: soltanto pochi anni fa, The D.O.C. (che nel film viene poco più che menzionato) aveva dichiarato la sua perplessità riguardo alla realizzazione di un simile progetto, citando come causa principale le assai contrastanti posizioni dei protagonisti, ognuno in possesso di una sua particolare verità e difficilmente disposto ad un utile revisionismo; inoltre, l’idea di permettere ad alcuni dei diretti interessati (nello specifico, Dr. Dre ed Ice Cube) di supervisionare sceneggiatura e fotografia, non ha fatto altro che fornire al pubblico quella verità parziale citata poc’anzi, filtrata attraverso gli occhi di chi è ben consapevole di avere ancora una reputazione da difendere.

L’errore da non commettere, quindi, è quello di prendere per oro colato quanto proposto al cinema: al di là delle dovute semplificazioni (per pure esigenze cinematografiche), il consiglio più accurato è quello di perseguire la verità e farla propria con umiltà e dedizione, prima di sfoggiare con orgoglio un’illogica parvenza di conoscenza.

 

Klaus Bundy
Author: Klaus Bundy
"I came to overcome before I'm gone, by showing and proving and letting knowledge be born" (Eric B. & Rakim).