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Beyoncé ha ribaltato San Siro

Beyonce_live
19 Luglio: è il day after del concerto di Beyoncé allo stesso stadio Meazza che pochi giorni prima aveva ospitato la seconda tappa italiana del tour di Rihanna, e la sensazione che si prova è di essere stati testimoni di un pezzo di storia, sia perchè un evento così grosso e con così tanta passione da parte del pubblico probabilmente non se lo aspettava nemmeno la cantante di Houston (più volte visibilmente stupita da come i suoi fan sapessero ogni singola parola di ogni testo e quasi commossa durante la splendida coreografia della sua fan base italiana che ha riempito tutto il Meazza), e sia perchè l'impressione di chi c'era è quella che di artisti di questo calibro ne escono realmente una volta ogni trent'anni.

Le porte dello stadio sono state aperte intorno alle 17 tra una miriade di fan di ogni età, sesso e nazionalità, già entusiasti di ciò a cui stavano per assistere. L'opening del "Formation World Tour" è stato affidato in tutte le date europee alle artiste della Parkwood Entertainment, etichetta di Beyoncé lanciata nell'ultimo anno e che ha permesso alla rapper Ingrid, al duo femminile Chloe & Halle e a Sophie Beem di presentarsi al pubblico del vecchio continente. Tutte loro hanno rilasciato qualche brano sul web negli ultimi tempi, ma nonostante abbiano dimostrato di avere qualcosa da dare al mercato musicale, è evidente che, visto anche la giovane età, il loro percorso discografico è appena cominciato e di conseguenza era più che pronosticabile la non completa partecipazione dello stadio durante le loro esibizioni, che comunque non sono state prive di qualità.
 
Il live di Queen Bey è iniziato intorno alle 20.45 e già dai primi istanti è stato abbastanza chiaro a tutti che ciò a cui si stava per assistere sarebbe stato qualcosa di veramente lontano da un ordinario concerto: un cubo gigante è al centro del palco e inizia a proiettare ipnotizzanti scene estratte dal visual album della cantante che dopo pochi istanti esordisce con la sua hit che ha dato il nome al tour, "Formation". Il live è stato sostanzialmente diviso in quattro atti, ognuno di questi caratterizzato da interludi o pause con spezzoni del suo visual album, mentre le innumerevoli hit della splendida texana sono state per la maggior parte oggetto di esibizione, ovviamente accompagnate da fantastici balli, supporto di band e coristi, e quella straordinaria psico-cattiveria artistica che da sempre la caratterizza sul palco.

Viene veramente difficile provare a soffermarsi e raccontare le peculiarità di ogni performance dei brani, in quanto è sinceramente impossibile descrivere con precisione la sofisticatezza di uno show come questo, caratterizzato da miliardi di effetti, giochi di luce, immagini, fuochi, balli, acqua in grado di trasformare il palco in una mini-piscina in "Freedom" (probabilmente la miglior perfromance) e "Survivor", supportati dall'immenso talento di un'artista che ha senza dubbio la corona dell'industria musicale ben fissata sul suo capo. Allora ciò che si può fare in questi casi è raccontare l'emozione e provare a spiegare perchè questo sia stato effettivamente un grande, anzi il migliore show che possa esistere al mondo.

Probabilmente chiunque abbia mai visto Beyoncé live, odia se stesso e chiunque abbia mai abusato dell'espressione "forza della natura". Sì perchè questo è forse il miglior modo di descrivere la presenza e il talento della cantante sul palco, che riesce a passare con imbarazzante naturalezza da ragazza con il cuore spezzato che canta una slow jam r&b, a bomba sexy dei nostri sogni, fino a diventare una female gangster che ha il mondo in mano e vuole rinfacciartelo. Poi c'è tutto il resto: effetti, luci, grandi coreografie, un visual album di accompagnamento, più citazioni di video virali, video dei fan che la omaggiano, video di Beyoncè da piccola o del suo matrimonio. Senza dimenticare una cosa importantissima come la discografia della moglie di Jay Z, che è una cosa tutt'altro che marginale nel momento in cui ci si trova a creare ed organizzare uno show musicale, e che per definizione deve avere una grande musica in grado di sostenere tutto il resto.

Sicuramente questo articolo non spiega nulla di quanto accaduto nella sera del 18 Luglio allo Stadio Meazza e credo che questo sia il più grande complimento che possa essere fatto ad un evento come questo, il giorno seguente. Il non aver la piena facoltà di realizzare quanta grandezza ci sia stata in due ore di live è molto più esplicativa di qualsiasi parola o video ed è certo che chi ha assistito alla tappa milanese del "Formation Tour" ha la sicurezza di aver visto il miglior show della propria vita, e sa un pò a malincuore che molto probabilmente non vedrà mai più nulla di simile fino al prossimo tour di Queen Bey. Chapeau.

 

Gabriele
Author: Gabriele
"This is my canvas, I’ma paint it how i want it baby” (J. Cole).