facebook  twitter  vimeo  YouTube  

Menu
  • Categoria: Interviste
  • Scritto da Gabriele

Parla Izi: dalle origini al primo album in major

IZI

Viviamo in un'epoca dove i sogni sembrano alla portata di tutti. Quel cesso della tua compagna di scuola/lavoro vuole fare la modella su Instagram e un po' tutti i ragazzini hanno ormai il periodo dove ambiscono, chi con successo e chi un po' meno, a farsi chiamare rapper. Nonostante questa comune illusione, a farcela rimangono pochi. Ce la fa chi ha talento e chi ha la testa per saperlo sfruttare, come è sempre stato.

Nella scena rap attuale, uno di questi è stato Izi, che con i mixtape "Macchie di Roschach","Kidnapped" e "Julian Ross Mixtape" è riuscito a guadagnarsi lo status di "next big thing" del rap in Italia, tanto da essere contattato da Shablo, firmare un contratto discografico con la Sony e diventare l'attore protagonista di "Zeta - Il Film". Il rapper classe 1995, di Genova, è diventato per tutte queste vicessitudini, uno degli artisti più chiacchierati del momento. Marracash, Guè Pequeno, Tormento, Salmo ed Ensi, sono solo alcuni dei tanti rapper italiani che hanno mostrato apprezzamento per il protagonista di "Zeta". Ragion per cui il suo album di debutto "Fenice", in uscita oggi, Venerdì 13 Maggio per Thaurus/Sony, è uno dei lavori più attesi dalla scena in questo momento. Nella tracklist compaiono produttori di grosso calibro come Shablo, Sick Luke, Charlie Charles, Zef, Tom Beaver, David Ice Beats, Big Joe e altri. Mentre al microfono le collaborazioni sono con Ensi, Tormento, Moses Sangarè, Sfera Ebbasta, Coco e Lorenzo Fragola, che seppur assente nella tracklist, compare con dei cori nella parte conclusiva del singolo "Scusa".

Ieri ho avuto la fortuna di ascoltare "Fenice" in anteprima e di intervistare Izi negli uffici Sony in centro a Milano. Per vostra fortuna per caso mi sono ricordato che scrivo per un sito di rap, quindi mi sono segnato tutte le sue risposte.

Una volta entrato nella stanza al quarto piano degli uffici Sony, saluto Izi stringendogli la mano. Ci sediamo su dei divanetti e parto con le domande.

1. Iniziamo dal titolo dell'album: "Fenice". Da cosa ti senti risorto?

Partiamo dal fatto che io ho il diabete da una decina di anni e ho avuto un po' di disguidi negli ultimi tempi che mi hanno portato ad avere un coma diabetico un anno e mezzo fa più o meno. Quindi la prima rinascita è prima di tutto fisica da questo coma. Dopo questo ho iniziato poi a sviluppare il mio percorso anche a livello di consapevolezza e di testa ed è stata proprio una rinascita totale. Sto sbocciando di nuovo ed è anche una riscoperta. Io comunque mi chiamo "Izi" per questo. Devo stare "izi (easy)" nella vita perchè altrimenti somatizzo in maniere che non dovrei diciamo. Perciò è anche semplicemente questo ecco.

2. Tu hai vent'anni, quasi ventuno. Questo è il tuo primo album ufficiale e sei al debutto con una major. Cosa ti ha spinto a scegliere questa via, invece che provare magari a restare ancora per un po' indipendente creandoti stabilmente la tua fanbase, come altri tuoi coetanei che stanno facendo nel rap?

Io ho voluto fare questo salto in alto, ma è anche una conseguenza del film. Nel senso che con il film c'era bisogno anche di una casa discografica bella forte insomma. Sono stato chiamato dalla Sony e ho deciso di intraprendere questo percorso.

3. E precisamente quando sei stato contattato dalla Sony?

Prima sono stato contattato per il film. Poi durante la realizzazione sono stato contattato e ho deciso di andare verso Sony.

4. Hai avuto altre richieste da altre major?

No, Lì per lì no. Non da major.

5. Per quanto riguarda invece la realizzazione dell'album, con che producer hai lavorato in studio, oltre a Shablo che ha seguito tutto il progetto dall'inizio?

Shablo ha seguito tutto. Lui oltre a Roccia Music con Marra, come saprai ha anche Thaurus, che oltre che agenzia di booking è anche una casa di produzione. All'interno, di rapper oltre che a me c'è Tormento ed inoltre vi sono una marea di producer fissi e affiliati. Tutto è passatto quindi dalle mani di Shablo che è stato un po' la mente del progetto, per poi passare nelle mani di Marco Zangirolami che si è occupato del mixaggio e del mastering.

6. In quanto tempo siete riusciti a concludere il lavoro?

E' stato concepito in una settimana tutto il disco, a parte "Chic" che c'era già. Ho scritto tutto subito. Non c'era tempo perchè ci trovavamo in una situazione assolutamente atipica. Solitamente nei film si fanno le riprese, si concludono e come ultima cosa viene la realizzazione delle musiche. Qui invece no, eravamo costretti ad andare di pari passo con le riprese. Quindi giravo tutta la settimana sul set a Roma e poi nel weekend andavo a Perugia in studio da Shablo, dove poi sono anche stato aiutato dal grande Tormento che è riuscito a darmi un sacco di consigli tecnici utilissimi riguardo al rap e a come usare il microfono. Una volta appresi questi consigli mi sono lasciato andare ed è venuto fuori tutto quanto.

7. Senza dubbio in "Solo" con Tormento si sente molto la vostra affinità ed è sicuramente uno dei brani meglio riusciti dell'album.

Ti piace? E' molto sentito e infatti spero che la gente si lasci un po' andare e riesca a capire l'energia che c'è dietro. Noi "siamo energia" come dice Torme, sta a te decidere l'energia che vuoi attirare. Io ho passato anni a logorarmi e a riempirmi di rancore per questo e per quello, ma poi se fai così stai male tu. Quindi o cambi te, perchè tanto la vita va così comunque o nulla. Non puoi cambiare gli altri, puoi solo dare un'altra visione. Io senza presunzione vorrei staccare le persone dai loro problemi e farglieli vedere dall'alto, perchè a prescindere che tu abbia dodici anni o quaranta, è solo così che si riesce a liberarsi.

8. In "Pazzo" invece denunci la situazione dell'ex manicomio di Cogoleto, il tuo paese. Spiegami meglio questa cosa.

Lì non c'è nessuno a cui freghi niente e io vorrei mettere un po' di luce su questo. Ho iniziato a giocare a guardia e ladri dentro al perimetro di uno degli ex ospedali psichiatrici più grandi d'Europa dismesso. Diciassette edifici pieni di edera, una cinquantina di pazienti, che conosco tutti anche perchè ho fatto volontariato per molti anni e sono ancora incazzato tutt'ora perchè mi sento di poter fare qualcosa e non voglio che quello spazio venga sprecato così. Ho visto negli anni come venivano sedati e maltrattati quei pazienti. Quando ci andavo a giocare vedevo i letti sporchi di sangue e in una chiesa gotica all'interno ho saputo successivamente che ci facevano i riti satanici. Io sinceramente vorrei fare il video lì perchè "Pazzo" è il mio brano preferito dell'album e racconta in modo figo il paradosso tra quello che è il posto dove sono cresciuto e quello che il posto in sé nella realtà.

9. Ma quindi tutto questo mix di emozioni ed esperienze che vuoi lasciarti alle spalle di cui parli spesso in più brani, è una cosa che è venuta fuori da sé senza che tu scegliessi di farlo giusto?

E' sicuramente uno sfogo in primis. E' chiaro che ora ormai sei un vero e proprio personaggio quindi devi pesare le mosse che intendi fare. Però sono sempre io e mi devo raccontare io. La difficoltà sta nel farlo in maniera che anche l'ascoltatore possa ritrovarsi in quello che dico, ed è in questa fase che è avvenuto lo studio principale diciamo. Per il resto è tutto uno sfogo. Io assimilo e assimilo tante cose ma poi devo avere una valvola che mi permetta di buttare fuori tutto quello che assorbo e questo è sostanzialmente il disco. Sono senza dubbio uno che mette molto la sfera spirituale al centro della musica. Mi sento un po' come uno di quegli sciamani delle tribù che danno da bere l'ayahuasca alle persone. L'ayahuasca è la mia musica e mi piacerebbe che le persone l'ascoltassero poi più di una volta. Anche perchè anche in passato la mia musica non ha mai colpito al primo ascolto mentre al terzo e al quarto la gente veniva mi diceva che non riusciva a levarsela più dalla testa.

10. Parlami invece del tuo collettivo "Wild Bandana" e della scena rap genovese.

Genova è molto strana ed è molto difficile uscirne perchè non c'è una vera e propria scena rap. Senza presunzione vorrei dire che l'abbiamo creata un po' noi perchè ci siamo uniti. Parlo di me, Albe Ok, Sfera (che non è Sfera Ebbasta ma un rapper della sua crew n.d.r) e altri. Tanto che anche a Tormento che è stato tanto tempo a Genova questo ha fatto piacere. Ma perchè è difficile uscirne? Perchè ci sono dei locali che purtroppo non ti permettono di fare dei live come si deve. Per questo noi ci siamo detti "Che senso ha far la guerra? Uniamoci!". Ci siamo uniti e siamo riusciti a uscirne. In Wild Bandana siamo cinque: Io, Tedua, Sangue, Vaz Té e Rave. Con loro piano piano stiamo lavorando a qualcosa, anche se ancora non c'è nulla di ufficiale. Oltre a noi poi ci sono ora tanti ragazzini a Genova che stanno crescendo bene e hanno la giusta cazzimma".

11. Parlando invece di "Zeta", credi che prima o poi la tua immagine legata al film possa andare a ledere in un certo senso quella di Izi-artista, limitandola un po' ai confini dell'Izi-attore?

Dipende da come mi muoverò in futuro principalmente. Sicuramente voglio portare avanti la carriera di attore ed ho già avuto qualche contatto per dei provini che se andassero importo riuscirei a fare un paio di cose niente male. Tuttavia questo non vuol dire che le mie due carriere non possano rimanere separate e distinte. Questa volta ero il rapper e la prossima volta sarò qualcos'altro, ma già per esempio non è detto che le mie prossime mosse da attore verranno necessariamente promosse sulla pagina "Izi" per farti capire.

12. Tornando ora all'attualità, in vista del tuo tour estivo vorrei sapere se hai in mente qualcosa di particolare per il tuo show e cosa pensi delle critiche rivolte ai live di quegli artisti che come te fanno molto uso di autotune in studio o sul palco.

Ora siamo molto impegnati con la promozione, ma personalmente la mia aspirazione più grande sarebbe avere la band. Ho sentito di questa cosa dell'autotune live e ti dico: non è che sono T-Pain che sono stra-intonato anche senza. A me piace come effetto ed è alla fine uno strumento che può piacere o meno, dipende da come è usato. Comunque posso dirti che anche per chi non apprezza questa cosa usciranno presto pezzi senza autotune. 

12. Passando ora dall'altra parte delle casse. Che cosa ascolti e come/dove lo ascolti?

Guarda come background vengo da qualcosa di un po' distante. Io vengo dalle ballate, da Johnny Cash, Caposela, De André. Mentre oggi ascolto tanto rap americano e francese. Non ho mai ascoltato troppo rap italiano a parte la scuola napoletana e i Co'Sang in particolare visto che poi comunque sono terrone d'origine. Oggi in Italia il mio preferito è Marra, anche se poi ho ascoltato molto anche Dargen e Ghemon. Di rap americano invece un po' di tutto, da Drake a Young Thug a Kendrick Lamar. Diciamo che mi piace ascoltare tante cose e spaziare abbastanza. Ultimamente ti posso dire che mi piace molto Post Malone e altre cose più chill anche un po' di influenza jazz. Riguardo al modo di ascoltare la musica invece, amo isolarmi. Anche se non dovrei, vado spesso di cuffie a massimo volume. Se posso al buio con candela ed incenso, ed è così anche quando scrivo.

13. Recentemente ho fatto una breve lista di nomi dei probabili featuring del prossimo disco di Guè e Marra, tra cui ho inserito anche te. Confermi la tua presenza?

Non confermo. Non posso dire niente ... Posso dire che sono stato chiamato da un cantante giamaicano che si chiama Alkaline per un feat e che presto arriveranno: il remix di "Niente Da Perdere" di David Ice Beats che è una mina e probabilmente gireremo un video del brano dell'album con Sfera Ebbasta.

 

A questo punto è arrivato il momento di andarsene, e mentre Izi trova il tempo per mettere una buona parola sul giovane cantante r&b Moses Sangaré, mi avvicino verso l'uscita. Grazie a Izi per l'intervista. Acquista "Fenice" qui o ascoltalo qui sotto.


 

 

Gabriele
Author: Gabriele
"This is my canvas, I’ma paint it how i want it baby” (J. Cole).