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  • Categoria: Recensioni
  • Scritto da Emanuele

Club Dogo - Non Siamo Più Quelli Di Mi Fist (recensione)

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Valutazione attuale: 4 / 5

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«Non siamo più quelli di Mi Fist, quindi?, cazzo vuoi?!» Jake La Furia, da una parte, è stato lungimirante con questa rima partorita, ormai, nell’Ottobre del 2010 nella track “Voi non siete come noi”; mentre i Dogo in toto, dall’altra parte, sono stati puntuali nell’affermarlo con qualcosa che va ben oltre il titolo di un disco –già oro!– : i suoi contenuti.

Per capire che N.S.P.Q.D.M.F. è una vera bomba è sufficiente ascoltarlo, anche distrattamente, una volta soltanto. Il grande gusto di Joe nelle produzioni riconferma il fatto che è uno dei migliori producer italiani. Jake e Guè continuano a sfornare rime che difficilmente non si potrebbero ritenere raffinate; sì, raffinate: perché, al netto delle parole un po’ più strong spesso utilizzate nel genere, quando presenti i concetti con una padronanza del figurato che farebbe invidia anche Carlo Lucarelli, i concetti diventano, nella maggior parte dei casi, dei veri colpi di genio.

E’ vero: parlano sempre di pheega, grano, successo e bellavita ma, d’altronde, quelli sono argomenti che non conoscono crisi… insomma, i vecchi e cari evergreen che mettono sempre d’accordo tutti, o quasi.

Scherzi a parte, dietro al lavoro del trio milanese c’è molto, molto di più che la superficialità che si potrebbe erroneamente rilevare. Analizzando qualitativamente il prodotto si riscontra un’altissima qualità del suono e dello stile di questo gruppo.

Il settimo album di Joe, Jake e Guè rappresenta una sintesi matura del loro percorso di questi ultimi dieci anni, senza sacrificare, però, la sperimentazione; «zero ascensore, ma trenta piani a piedi per il successo»: ed è proprio così. Tra un “fraaate!” e l’altro ci sono scritte rime che raccontano quanto loro abbiano lavorato duramente e con serietà per arrivare dove sono adesso… e nel farlo sanno intrattenere egregiamente l’ascoltatore. I fatti gli danno ragione. Poi, può ovviamente non piacere il “come trasmettono”, a volte, i loro concetti. Tuttavia questo rimane un limite dell’ascoltatore perché il processo creativo dell’artista non può, e non deve, conoscere compromessi. Dal canto suo, l’ascoltatore, può decidere di non seguire l’artista. Ma questa è un’altra storia.

Quando ascolti le rime di Jake e Guè trovi sempre una forte connotazione che loro arrivano dall’underground e le rime sanno come farle (beeene!, proprio come “una volta”) e, contemporaneamente, una forte capacità di essere attuali. Punto. Poi: che i loro pezzi, probabilmente, non li suonerai al tuo matrimonio è scontato e, di certo, non è la loro intenzione. Loro offrono un intrattenimento di alto livello. Questo è.

Senza spoilerare i contenuti: il disco ospita dei featuring che parlano da sé: Lele dei Negramaro che dà quel tocco rock con le sue chitarre in quel singolone di “Sayonara”; Cris Cab, star internazionale, che ha registrato, con loro, il ritornello di “Start it over”; Arisa (sì, quella di “sincerità”, ma niente paura) che ha buttato via da tempo gli occhiali da nerd, ha dato un taglio alla chioma divenuta, ormai, bionda e ha cantato il ritornello di “Fragili” zittendo, probabilmente, gran parte degli incerti su di lei; e, finalmente, un vecchio amico dei Dogo ritorna nella tracklist, ovvero Mister Entics.

I Club Dogo possono piacere e non piacere, tuttavia se nel 2003 hai spacchettato “Mi Fist” e, come me, ti ricordi ancora con soddisfazione il giorno del primo ascolto, “N.S.P.Q.D.M.F.” avrà certamente qualcosa che ti piacerà, qualcosa da offrirti.

Quindi, “ziiiio!”, «appoggia alla tempia, di’ “addio!” e dopo spara.
 Au revoir, arriverci, ciao ciao, sayonara» (cit.)

 

Author: Emanuele

Club Dogo - Non Siamo Più Quelli Di Mi Fist (recensione) - 4.3 su 5 basato su 3 reviews